L’Aia (Olanda), 29 set. (LaPresse/AP) – Sta per prendere il via la missione dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche volta a distruggere l’arsenale della Siria. Parte infatti domani la prima squadra di ispettori, che sarà composta da 20 esperti. Oggi gli ispettori hanno incontrato i giornalisti all’Aia e due di loro hanno parlato a condizione di anonimato, per tutelarsi a causa di problemi di sicurezza. Entrambi sono membri veterani dell’Opac e, a detta del portavoce dell’organizzaione, Michael Luhan, “saranno profondamente coinvolti” nelle operazione in Siria. “Questa situazione – ha spiegato Luhan – non è solo straordinaria per l’Opac. È una cosa mai fatta prima: una missione internazionale che si reca in un Paese coinvolto in un conflitto di Stato e, nel pieno nella guerra, sovrintende la distruzione di un’intera categoria di armi di distruzione di massa che lo stesso Paese possiede. È sicuramente una prima storica”.

Usa e Russia concordano sul fatto che Damasco sia in possesso di 1.000 tonnellate di agenti e precursori per armi chimiche, tra cui anche zolfo e gas mostarda, e agenti nervini come il sarin. Secondo gli esperti stranieri il materiale è distribuito su 50-70 siti. I membri del gruppo iniziale di 20 persone incontrerà martedì il ministro degli Esteri siriano e inizierà a pianificare le operazioni. Una settimana dopo, la missione si amplierà con altri investigatori che arriveranno in diverse tranche e cominceranno le visite ai siti e lo smantellamento delle attrezzature. Nel contempo, esamineranno i siti stessi come luoghi adatti a distruggere le armi chimiche e quelle pronte al fuoco, procedura che generalmente avviene tramite incenerimento.

La priorità, spiegano gli esperti, sarà aiutare Damasco a distruggere i suoi dispositivi per produrre questo tipo di armi entro il primo novembre, con ogni mezzo possibile. Grande sarà l’impegno sul terreno anche in termini di personale. “In questo momento pensiamo a decine di ispettori” impegnati nella missione, ha spiegato uno dei membri della squadra che incontrato i giornalisti. Le squadre, ha aggiunto l’uomo che ha un background militare, includeranno chimici, esperti militari e personale medico addestrato ad affrontare i rischi dei rifiuti chimici.

Le protezioni per lo staff dell’Opac saranno fornite in primo luogo dal governo siriano, con il sostegno dell’Onu, che da tempo lavora con l’Organizzazione e ha linee di comunicazione aperte con i gruppi ribelli. L’esperto dell’Opac ha spiegato inoltre che l’accesso ai siti che si trovano all’interno o vicino ai territori controllati dai combattenti di opposizione saranno ispezionati caso per caso e l’Onu potrà aiutare a negoziare passaggi sicuri. “È possibile – ha spiegato l’uomo – che non saremo in grado di recarci in alcuni di questi luoghi. I nostri ispettori sono tutti volontari. Questa non è una missione che verrà effettuata qualunque cosa accadda”. Dopo una fase iniziale di smantellamento delle capacità siriane di produrre le armi, l’effettiva fase di distruzione sarà più lunga e costosa, ha sottolineato il secondo esperto. “A questo punto – ha aggiunto – non c’è ragione di dubitare dell’impegno siriano” a eliminare le sue armi.

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