Mosca (Russia), 27 set. (LaPresse/AP) – Greenpeace presenterà ricorso contro la decisione del tribunale russo di disporre la detenzione cautelare nei confronti degli attivisti del gruppo che hanno partecipato alla protesta contro le trivellazioni offshore nell’Artico. Ieri il tribunale di Murmansk ha ordinato l’arresto dei 30 membri dell’ong ambientalista, tra cui l’italiano Cristian D’Alessandro. Greenpeace ha chiesto il rilascio immediato degli attivisti, per 22 dei quali è stata disposta la detenzione di 2 mesi. Altri otto, invece, rimarranno in custodia per tre giorni in attesa della prossima udienza. Tra le persone detenute ci sono il fotografo russo Denis Sinyakov e il capitano della nave di Greenpeace, lo statunitense Paul Douglas. Per il momento non sono state formulate accuse formali.
Ieri il gruppo per i diritti dei giornalisti Reporter senza frontiere ha protestato contro l’arresto di Sinyakov, che collabora con molte testate russe e internazionali, affermando che si tratta di “un’inaccetabile violazione della libertà di informazione”. Anche l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha espresso preoccupazione e ha chiesto l’immediato rilascio di Sinyakov. Alcuni media russi, tra cui l’emittente privata Ntv, hanno rimosso tutte le immagini dai propri siti in segno di solidarietà con il fotografo. Due membri di Greenpeace erano stati arrestati il 18 settembre scorso dopo aver cercato di arrampicarsi sulla piattaforma Prirazlomnaya di Gazprom. In seguito la guardia costiera russa ha sequestrato la nave dell’ong, Arctic Sunrise, battente bandiera olandese, con i 30 attivisti a bordo. L’imbarcazione è stata rimorchiata martedì in un porto vicino a Murmansk e la Commissione investigativa russa ha aperto un caso contro gli attivisti per il sospetto di pirateria.
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