Mosca (Russia), 26 set. (LaPresse/AP) – Sono arrivate le prime decisioni del tribunale russo di Murmansk sugli attivisti di Greenpeace che si trovavano sulla nave Arctic Sunrise per protestare contro la piattaforma petrolifera Prirazlomnaya nelle acque artiche. Tra i fermati anche l’italiano Cristian D’Alessandro per cui, conferma l’associazione, sono stati disposti “due mesi di detenzione cautelare” in attesa dell’esito delle indagini sull’accusa di pirateria.
In precedenza, la stessa pena preventiva è stata disposta anche altri suoi compagni. Il fotografo russo Denis Sinyakov è stato il primo, seguito dal russo Roman Dolgov e dal canadese Paul Ryzincki. Nel pomeriggio è toccato a Pete Willcox, statunitense e capitano della nave, Paul Douglas Ruzycki, canadese membro dell’equipaggio, Jonathon Beauchamp, meccanico di bordo di nazionalità neozelandese, al francese Francesco Pisanu, al turco Gizhem Akhan, allo svizzero, Marco Weber, quindi all’italiano D’Alessandro. Il giudice ha negato la possibilità di rilascio dietro il pagamento di cauzione e contro gli attivisti e i membri dell’equipaggio non sono state formulate accuse formali.
Due membri dell’ong erano stati arrestati il 18 settembre scorso dopo aver cercato di arrampicarsi sulla piattaforma Prirazlomnaya di Gazprom. In seguito la guardia costiera russa ha sequestrato la nave di Greenpeace, Arctic Sunrise, battente bandiera olandese, con i 30 attivisti a bordo. L’imbarcazione è stata rimorchiata martedì in un porto vicino a Murmansk e la Commissione investigativa russa ha aperto un caso contro gli attivisti per il sospetto di pirateria. Il governo olandese ha chiesto alla Russia di rilasciare l’imbarcazione e il suo equipaggio immediatamente, di spiegare la base legale delle azioni intraprese, di comunicare il luogo esatto in cui la nave è stata sequestrata e di precisare di cosa siano accusati gli attivisti.
Duro il commento di Greenpeace alle custodie cautelari. “Le autorità russe – ha detto il direttore Kumi Naidoo – stanno cercando di spaventare le persone che si oppongono all’industria petrolifera nell’Artico, ma questa palese intimidazione non avrà successo”. La piattaforma Prirazlomnaya è la prima nell’Artico ed era stata inviata nel mare di Pecora nel 2011. Il suo lancio è stato rinviato per problemi tecnici, ma Gazprom aveva annunciato nelle scorse settimane che le trivellazioni dovrebbero iniziare quest’anno, anche se non è chiaro quando.
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