New York (New York, Usa), 24 set. (LaPresse) – Il presidente iraniano Hasan Rohani ha fatto il suo debutto sulla scena internazionale, intervenendo all’Assemblea generale delle Nazioni unite. Il neo capo di Stato, successore di Mahmoud Ahmadinejad, è salito sul palco poche ore dopo il presidente degli Usa Barack Obama, e proprio a lui si è rivolto aprendo uno spiraglio di dialogo. Rohani ha parlato poi ampiamente nel programma nucleare di Teheran cercando di mettere in fuga tutti i sospetti che esso sia volto a produrre armi atomiche, così come si è concentrato su Siria e conflitto in Medioriente. Un discorso che ha avuto come filo conduttore la sottolineatura a più riprese della necessità di moderazione, pace, lotta contro gli estremismi e la violenza. Un approccio che ancora una volta si distanza da quello di Ahmadinejad e che lancia la palla all’Occidente per la possibilità di avviare un dialogo sincero.

IRAN MODERATO, USA NON SEGUANO LOBBY. “Le recenti elezioni in Iran hanno rappresentato un esempio chiaro della vittoria della speranza e della moderazione del popolo iraniano”, ha esordito Rohani, che poi, qualche minuto più tardi, ha ricordato le dichiarazioni del presidente Usa. “Ho ascoltato con attenzione il discorso di Obama”, so che “c’è bisogno della volontà politica della leadership” per arrivare a un dialogo e “spero che gli Usa non tengano conto solo degli interessi dei gruppi di pressione. Penso – ha proseguito Rohani – che si possa arrivare a un quadro in cui risolvere le nostre differenze, aspettiamo una voce coerente che arrivi da Washington”.

PROGRAMMA NUCLEARE PACIFICO. Il capo di Stato iraniano ha provato a sminuire le paure del mondo verso Teheran. “I discorsi che parlano di islamofobia, di fobia degli sciiti, di fobia dell’Iran – ha detto – sono una minaccia seria e grave per la pace del mondo e per la sicurezza umana”. Il programma nucleare iraniano, ha quindi sottolineato, “ha obiettivi esclusivamente pacifici, questo è stato e sarà sempre l’obiettivo della Repubblica islamica dell’Iran”. “Le armi di distruzione di massa – ha proseguito – non trovano spazio nella dottrina iraniana, contraddicono le nostre convinzioni etiche”. Il capo di Stato ha quindi sottolineato la necessità di accettare il diritto di Teheran di “arricchire l’uranio” e ha definito “un’illusione irrealistica continuare a negare la natura pacifica” del programma. Teheran, ha aggiunto, “è pronto a impegnarsi immediatamente in colloqui per ripristinare la fiducia reciproca e per giungere a un accordo comune e a una piena trasparenza sul programma nucleare”.

SANZIONI DISUMANE, COLPISCONO POPOLO. Un attacco poi alle sanzioni internazionali che da tempo affliggono Teheran. Le sanzioni contro l’Iran, ha detto Rohani, “sono disumane e contrarie alla pace”, “colpiscono le persone comuni, il popolo”. Esse, ha aggiunto, “violano i diritti umani inalienabili, il diritto alla pace, allo sviluppo, all’istruzione e il diritto alla vita”.

SIRIA: ARMI CHIMICHE A ESTREMISTI MAGGIORE MINACCIA. Rohani si è quindi concentrato sul conflitto siriano che ha subito una escalation con gli attacchi condotti con armi chimiche. “La tragedia umana in Siria”, ha affermato, è un esempio “della diffusione catastrofica della violenza in questa regione. Alcuni attori, fin dall’inizio della crisi, hanno voluto militarizzare la situazione, dando sostegno ai gruppi di estremisti”. Questo, ha aggiunto, “non fa altro che enfatizzare che non c’è una soluzione militare alla crisi in Siria”. “Bisognerebbe condannare – ha proseguito – qualsiasi uso di armi chimiche, vogliamo che la Siria accetti la convenzione internazionale e crediamo che l’accesso a questo tipo di armi da parte degli estremisti sia il più grande pericolo e deve essere tenuto in considerazione” quando si valuta come agire in Siria”. In ogni caso, ha proseguito, “l’uso della forza sarebbe illegittimo e porterebbe a un’esasperazione della violenza”.

PALESTINESI VITTIME DI CRIMINI. Rohani ha parlato anche del conflitto israelo-palestinese. “Quello che continua a essere praticato contro il popolo palestinese”, ha detto, è un crimine strutturale, “i palestinesi sono sotto occupazione, i loro i diritti sono violati sistematicamente”. “Questo concetto – ha aggiunto – è difficile da descrivere se non considerandolo come un crimine o quanto meno una trasgressione. Il popolo palestinese è innocente”.

COMBATTERE VIOLENZA ED ESTREMISMO. Le ultime parole del suo accalorato discorso sono andate nella direzione della ricerca di un dialogo globale per la pace. “Propongo – ha affermato – che venga preso in considerazione dell’Onu il progetto per un mondo contro la violenza e l’estremismo, vorrei che tutti si unissero a questo programma e chiedo a tutti di impegnarsi a guidare il mondo in questa direzione”.

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