Damasco (Siria), 23 set. (LaPresse/AP) – Il governo siriano non avrà “alcun problema” a portare gli esperti internazionali nei luoghi in cui sono immagazzinate le armi chimiche, ma potrebbe essere difficile raggiungere alcuni di questi posti a causa dei combattimenti in corso o della “situazione di sicurezza locale”. Lo ha detto il presidente siriano Bashar Assad in un’intervista alla tv di Stato cinese. “Mi riferisco – ha precisato Assad – ai posti dove sono presenti i militanti. Questi potrebbero voler impedire l’arrivo degli esperti”.
Damasco, ha ribadito il presidente siriano, è impegnata a rispettare l’accordo raggiunto tra la Russia e gli Stati Uniti e a sottoporre le proprie armi chimiche al controllo internazionale. Assad ha ricordato inoltre che il regime ha già consegnato l’elenco dei propri armamenti all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.
Nell’intervista con l’emittente cinese Cctv, registrata ieri a Damasco, Assad ha detto che il suo governo garantirà che gli esperti arrivino “nei luoghi in cui produciamo e immagazziniamo le nostre armi chimiche”. “Non penso – ha affermato – che abbiamo problemi con questo”. Il presidente ha parlato dei ribelli definendoli come “uomini armati”. Gli esperti tecnici dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) avevano detto sabato che stanno analizzando la documentazione fornita da Damasco. Gli ufficiali statunitensi e russi hanno concordato che la Siria possiede circa mille tonnellate di agenti e precursori di armi chimiche, tra cui vescicanti come gas mostarda e agenti nervini come sarin.
Secondo l’accordo raggiunto tra Mosca e Washington, gli ispettori internazionali dovrebbero arrivare in Siria entro novembre, dove completeranno la loro valutazione iniziale. Inoltre, a novembre dovrebbero essere distrutti tutti gli equipaggiamenti che servono a miscelare e riempire le armi chimiche, mentre tutte le componenti del programma di armi chimiche siriano dovrebbero essere rimosse dal Paese oppure distrutte entro la metà del 2014.
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