San Pietroburgo (Russia), 6 set. (LaPresse) – La Siria divide la comunità internazionale, come emerge dal G20 appena concluso. Motivo della contesa la risposta militare voluta dagli Usa all’attacco chimico del 21 agosto vicino Damasco, dove sono morte centinaia di persone. Dopo la fine del summit di San Pietroburgo Obama ha continuato a sostenere le ragioni del sì, mentre Putin ha dichiarato che continuerà a sostenere la Russa in caso di attacco. Dieci Paesi membri del gruppo G20, tra cui l’Italia, si sono uniti agli Stati Uniti, accusando il governo siriano di essere dietro l’attacco con armi chimiche dello scorso 21 agosto nei pressi di Damasco.

DIECI PAESI SOSTENGONO GLI USA. Dieci Paesi membri del gruppo G20, tra cui l’Italia, si sono uniti agli Stati Uniti, accusando il governo siriano di essere dietro l’attacco con armi chimiche dello scorso 21 agosto nei pressi di Damasco. Lo si apprende da una nota congiunta diffusa dagli Usa e dall’Italia, Australia, Canada, Francia, Giappone, Corea del Sud, Arabia Saudita, Spagna, Turchia e Regno Unito. Nel comunicato non si fa un appello diretto per un intervento militare in Siria, ma viene usato un linguaggio forte.

OBAMA: CON IL CONGRESSO USA SAREMO PIU’ FORTI. “Saremo più efficaci e più forti” se il Congresso autorizzerà l’intervento in Siria. Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, parlando al G20 di San Pietroburgo in conferenza stampa. Il presidente Usa capisce lo scetticismo del popolo americano per quanto riguarda un intervento militare in Siria, ma è fiducioso di poter convincere gli americani che l’uso di armi chimiche da parte del regime di Bashar Assad richiede una risposta militare. Devo convincere la nazione, ha affermato Obama nel corso della conferenza stampa a San Pietroburgo, in Russia, che la risposta sarebbe “limitata e proporzionale”, e che mirerebbe a difendere le norme internazionali. Le esperienze degli Stati Uniti in Iraq e un decennio di guerra, ha riconosciuto Obama, hanno reso il popolo americano diffidente, e questo rigurda in modo particolare i sostenitori del partito democratico. “Credo – ha aggiunto – che i miei elettori vogliono che presenti le mie migliori valutazioni. È per questo che mi hanno eletto ed è per questo che mi hanno rieletto”.

Il presidente si è detto incoraggiato dai colloqui intrattenuti con i leader del G20 a proposito della situazione in Siria. Ha dichiarato che c’è crescente riconoscimento del fatto che il mondo non può stare a guardare le violenze, a seguito dell’attacco con armi chimiche vicino a Damasco, che ha detto essere stato commesso dal regime di Bashar Assad. I leader di Europa, Asia e Medioriente, ha detto, concordano sulla necessità che le norme internazionali contro l’uso delle armi chimiche debbano essere rispettate.

PUTIN: CONTINUEREMO A SOSTENERE ASSAD. La Russia continuerà ad aiutare la Siria anche se il Paese venisse attaccato. Lo ha dichiarato il presidente Vladimir Putin, dopo il summit del G20. Putin ha aggiunto che la Russia intende anche accrescere la sua assistenza umanitaria al popolo siriano.

LEADER DIVISI SU AZIONE MILITARE. La cena di ieri sera dei leader dei G20 alla reggia Peterhof, che si è protratta nella notte, ha sottolineato le diverse posizioni. Il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha riferito che la metà dei leader è orientata verso l’intervento militare, mentre la metà è contraria, riporta Ria Novosti. “Alcuni Stati sostengono che siano necessarie misure veloci, ignorando ogni legittima istituzione internazionale”, ha detto Peskov, mentre “altri si dicono contrari allo sminuire la legge internazionale e chiedono di ricordare che solo il Consiglio di sicurezza Onu ha il diritto di prendere decisioni sull’uso della forza”.

OBAMA CERCA CONSENSO. I consiglieri della Casa Bianca hanno fatto sapere che Obama, durante la cena di ieri, ha cercato sostegno “politico e diplomatico”, non necessariamente cooperazione militare. Ben Rhodes, vice consigliere alla sicurezza nazionale, ha sottolineato che il tipo di azione che gli Usa stanno valutando “non ha grande necessità di partecipazione internazionale”. Sebbene la questione siriana non rientri nell’agenda del G20, era previsto che fosse un tema centrale dei colloqui. Anche il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon è intervenuto sull’argomento alla cena.

BAN KI-MOON: STOP MILITARIZZAZIONE. E’ necessario trovare una soluzione politica alla crisi umanitaria “senza precedenti” ed evitare una ulteriore militarizzazione, ha detto stamane il segretario generale della Nazioni unite, Ban Ki-moon, rivolgendosi ai leader del G20, riporta Ria Novosti. Ha inoltre spinto perché la Conferenza di Ginevra sulla Siria, la cosiddetta Ginevra 2, si tenga il più presto possibile.

RUSSIA INVIA NAVE. Un’altra nave da sbarco, la Nikolai Filchenkov, è stata inviata dalla Russia verso le coste siriane. Citando fonti della Marina di Mosca, Interfax riferisce che la nave è partita diretta al mar Mediterraneo con “un carico speciale”. Il ministero della Difesa non ha confermato. Il capo dello staff al Cremlino ha dichiarato ieri che la Russia sta aumentando la propria presenza navale nel mar Mediterraneo, in primo luogo per organizzare una possibile evacuazione dei cittadini russi dalla Siria.

CAMERON: SERVONO FONDI. Il premier britannico David Cameron e Ban Ki-moon chiedono ai leader del G20 maggiori aiuti per le vittime della guerra siriana. Cameron ha presieduto un incontro dei Paesi donatori e ha annunciato altri 81 milioni di dollari da Londra, in gran parte per formazione ed equipaggiamento con cui far fronte ad attacchi chimici. Non è noto se altri Paesi partecipanti all’incontro abbiano promesso fondi.

RASMUSSEN: FRATTURA PERICOLOSA. Da Vilnius, dove si trova per la riunione dei ministri degli Esteri Ue, il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen dice di ritenere “difficile” che si trovi un accordo al Consiglio di sicurezza Onu sulla questione siriana e che così si “manda un segnale molto pericoloso ai dittatori sul fatto che possono usare armi chimiche” restando impuniti. Secondo il Lithuania Tribune che pubblica una intervista, ha detto: “Penso che sia davvero tempo di superare la frattura, perché manda un segnale molto pericoloso ai dittatori di tutto il mondo sul fatto che possono usare armi chimiche e di altro tipo di armi di distruzione di massa senza alcuna reazione da parte della comunità internazionale”.

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