Roma, 4 set. (LaPresse) – La nave Andrea Doria della marina militare, partita lunedì da Taranto e diretta in Libano a protezione del contingente italiano della missione Unifil, è un cacciatorpediniere dal peso di oltre 5mila tonnellate. E’ stata varata nell’ottobre del 2005. E’ lunga 152 metri e può contare su due turbine a gas, due motori diesel, due eliche a cinque pale a passo variabile e due timoni. Può raggiungere una velocità di 29 nodi.
L’ARMAMENTO. Nave Andrea Doria è una unità ‘multiruolo’. Il suo armamento consistente e differenziato nei confronti della minaccia aerea, di superficie e subacquea, la rende idonea ad assolvere numerose tipologie di missione: difesa aerea di area, garantendo la protezione di formazioni navali e di convogli; contrasto delle unità subacquee e di superficie; concorso ad operazioni anfibie e controllo del traffico mercantile. A bordo dispone di tre cannoni, due mitragliere e un sistema missilistico composto da un lanciatore verticale per missili Aster 15 e Aster 30, 8 missili, due lanciarazzi e due lanciasiluri binati Eurotorp MU-90. Al comando dell’Andrea Doria c’è il capitano di vascello Stefano Turchetto. Può ospitare a bordo fino a 195 membri dell’equipaggio.
LA STORIA. Nave Andrea Doria è la quarta unità della marina militare a portare questo nome. La prima fu la Corazzata che rimase in servizio dal 1885 al 1911, quindi la Nave da Battaglia, varata nel 1913 e ritrasformata nel 1937 e l’Incrociatore Lanciamissili varato nel 1963 andato in disarmo, dopo aver navigato 577.000 miglia, nel 1992.
LE MISSIONI PRECEDENTI. La nave ha partecipato a tre operazioni: la ‘Tucano’, durata 79 giorni, dal 21 gennaio 2010 al 10 aprile 2010, nelle coste del Brasile e dell’Africa nord-occidentale, quella in Libia, dal 7 marzo al 2 aprile 2011, e l’Ocean Shield’ dal 13 giugno 2011 al 15 dicembre dello stesso anno, nell’ambito dell’attività della Nato per contrastare il fenomeno della pirateria in Golfo di Aden, Mar Arabico, Bacino Somalo ed Oceano Indiano.
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