Città del Vaticano, 31 ago. (LaPresse) – Pietro Parolin è stato nominato segretario di Stato vaticano e dal 15 ottobre prenderà il posto di Tarcisio Bertone. E’ quanto si apprende da fonti vaticane. La notizia è confermata anche da Caracas, in Venezuela, dove Parolin era nunzio apostolico. I suoi collaboratori esprimono soddisfazione per il suo nuovo incarico e allo stesso tempo rammarico per il fatto che non avranno più occasione di lavorare quotitianamente con lui. Papa Francesco – fa sapere Radio Vaticana – ha accettato, secondo il Can. 354 del Codice di Diritto Canonico, le dimissioni del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, chiedendogli, però, di rimanere in carica fino al 15 ottobre 2013, con tutte le facoltà inerenti a tale ufficio.
CONFERMATI GLI ALTRI INCARICHI VATICANI. Il Santo Padre ha poi confermato nei rispettivi uffici monsignor Giovanni Angelo Becciu, Sostituto per gli Affari Generali; monsignor Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati; monsignor Georg Gänswein, prefetto della Prefettura della Casa Pontificia; monsignor Peter Wells, assessore per gli Affari Generali; monsignor Antoine Camilleri, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati.
PAROLIN: “DISARMARE IL MEDIORIENTE”. “Il disarmo – affermava Parolin nel settembre 2006, intervenendo alla 50esima conferenza generale della Agenzia internazionale sull’energia atomica (Aiea), a Vienna, a nome della Santa Sede – è un passo sulla strada della pace e oggi, più che mai, la pace è il sommo bene dei popoli e la più alta aspirazione dell’umanità; aspirazione che le guerre e il terrorismo hanno sfortunatamente minacciato e resa vana in molte parti del mondo. Riguardo al Medioriente, la Santa Sede condivide la preoccupazione riguardo il crescere dell’insicurezza. E’ auspicabile che tutti i Paesi della regione e la comunità internazionale inizino un serio dialogo per creare una regione mediorientale libera dalle armi di distruzione di massa e dalle armi nucleari”. Era ancora molto vivo il ricordo della guerra tra Israele e Libano, consumata tra luglio e agosto di quell’anno, con pesanti bombardamenti su Beirut, che si era conclusa con un migliaio di morti tra i libanesi e circa 120 tra gli israeliani.
Riferendosi in particolare alla questione del programma nucleare iraniano, Parolin sottolineava: “La Santa Sede è fermamente convinta che le attuali difficoltà possono e devono essere superate attraverso i canali diplomatici, ricorrendo a tutti i mezzi che la diplomazia ha a disposizione e considera necessario eliminare tutti gli elementi che obiettivamente impediscono la reciproca fiducia”.

