Gerusalemme, 28 ago. (LaPresse/AP) – La crisi siriana e l’aumento delle tensioni in seguito al presunto attacco con armi chimiche alle porte di Damasco mette in allarme anche Israele. Oggi, fa sapere un funzionario, il governo ha richiamato un numero “limitato” di riservisti. Una mobilitazione che includerà unità di difesa civile e unità di difesa aeree e missilistiche. Inoltre, l’esercito ha disposto batterie aggiuntive dei sistemi per la difesa Iron Dome e Patriot in zone vicino al confine siriano.

Tra popolazione intanto sale la paura e molti cercano di dotarsi di maschere antigas. Nei giorni scorsi, fa sapere Maya Avishai del servizio postale israeliano, la domanda di maschere è triplicata e attualmente ne sono provvisti circa cinque milioni di persone, ossia il 60% della popolazione dello Stato ebraico. L’emittente Channel 2 ha trasmesso riprese girate in un centro di distribuzione di Tel Aviv, dove una folla di persone ha aspettato ore per ritirare le maschere gratuite. Tra loro anche Galia Cohen. “Ho due bambini – ha spiegato – e ho paura per loro”.

Intanto Sivan Yehieli, presidente di una commissione civile per le risposte di emergenza che opera lungo i confini settentrionali di Israele con Siria e Libano, ha detto alla radio dell’esercito che le città nella regione si stanno preparando a un possibile attacco. Le autorità, ha riferito, stanno approntando rifugi e istruendo gli studenti su come fuggire dalle scuole. “I cittadini – ha detto Yehieli – devono essere preparati, così come l’esercito. Non vogliamo restare sorpresi”. Ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva avvertito che se Israele sarà preso di mira risponderà “con forza”.

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