New York (New York), 22 ago. (LaPresse/AP) – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per le ultime accuse di utilizzo di armi chimiche in Siria e ha apprezzato la “determinazione del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon di assicurare una inchiesta approfondita, imparziale e rapida”. La dichiarazione è arrivata dopo la riunione di emergenza convocata ieri per discutere dell’episodio avvenuto alle porte di Damasco, dove secondo gli attivisti contro il regime un raid dell’esercito avrebbe provocato almeno 100 vittime utilizzando gas tossici. Dopo due ore di incontro a porte chiuse il presidente del Consiglio di sicurezza Maria Cristina Perceval ha affermato che c’è “grande preoccupazione” sulle accuse “e una percezione generale che ci debba essere chiarezza su quello che è successo”.

“Tutti i membri del consiglio hanno concordato che ogni utilizzo di armi chimiche da ogni parte e in ogni circostanza è una violazione del diritto internazionale” ha dichiarato Maria Cristina Perceval, ambasciatrice dell’Argentina presso le Nazioni Unite. “C’è stato anche l’accordo per un forte appello per la cessazione di ostilità e per un cessate il fuoco…e la necessità di un’immediata assistenza umanitaria per le vittime” ha riferito. Secondo alcuni diplomatici che hanno parlato a condizione di anonimato durante l’incontro del Consiglio di sicurezza la Russia e la Cina, che sostengono il governo siriano, hanno bloccato un comunicato stampa più forte sostenuto invece da Regno Unito, Francia, Stati Uniti e altri Paesi.

Continuano le reazioni. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius oggi ha chiesto una “reazione di forza” della comunità internazionale, nel caso in cui emergessero prove dell’utilizzo di armi chimiche da parte del regime siriano, pur precisando tuttavia che non si tratta di “inviare forze militari”. Lo riporta il sito internet del quotidiano Le Monde, aggiungendo che il ministro ha parlato ai microfoni di Bfm-Tv e Rmc. Secondo il quotidiano il ministro ha aggiunto che se il Consiglio di Sicurezza non può prendere decisioni bisognerebbe prenderle allora in un altro modo. Il vice primo ministro turco Bekir Bozdag ha dichiarato che solo il governo siriano è in possesso del tipo di armi chimiche che secondo l’opposizione siriana sono state utilizzate nell’attacco di ieri nelle periferie di Damasco. Bekir Bozdag ha chiesto alla comunità internazionale di agire contro “questo crimine contro l’umanità” e di fermare la violenza del presidente della Siria Bashar Assad. “Quante persone devono morire ancora prima che si dica (alla Siria) che è abbastanza?”

Intanto l’attivista Mohammed Abdullah ha dichiarato ad Associated Press che la maggior parte delle vittime dell’attacco di ieri alle periferie di Damasco che gli oppositori hanno attribuito al regime siriano sono stati seppelliti lo stesso giorno in fosse comuni in diverse aree del sobborgo orientale di Ghouta. L’attivista, che si trova nella periferia di Saqba, ha parlato via Skype. Secondo Mohammed Abdullah le sepolture sono state effettuate in fretta per paura che i corpi potessero decomporsi, a causa del caldo e della mancanza di energia elettrica. L’attivista ha riferito che i parenti hanno identificato alcuni delle vittime prima delle sepolture, mentre i corpi non ancora identificati sono stati fotografati e le loro tombe etichettate, nel caso in cui i parenti si presentino in futuro.

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