Gerusalemme, 22 ago. (LaPresse/AP) – Tensioni fra Israele e Libano. Quattro razzi sono stati lanciati dal Libano sul nord dello Stato ebraico e uno di questi è stato intercettato dal sistema di difesa ‘Iron Dome’. Non ci sono vittime, ma l’episodio non resta senza conseguenze. “Chiunque cerchi di farci del male dovrebbe sapere che noi faremo del male a lui”, ha commentato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
SU ISRAELE 4 RAZZI DA LIBANO. L’allarme è scattato nel nord di Israele nel primo pomeriggio, quando sono risuonate le sirene che segnalano l’arrivo di raid aerei. Poco dopo l’annuncio della polizia israeliana: sono arrivati tre razzi e uno è stato abbattuto. L’esercito ha successivamente corretto quella versione, parlando di quattro razzi che hanno raggiunto il territorio israeliano e uno dei quali è stato intercettato. Secondo il portavoce dell’esercito israeliano, il tenente colonnello Peter Lerner, i razzi sarebbero stati sparati da un luogo a sud della città di Tiro. Alcuni testimoni hanno raccontato di aver sentito esplosioni e poi sirene vicino alla città costiera israeliana di Nahariya. Israele, ha affermato Lerner, ritiene che il governo e l’esercito libanese siano responsabili degli atti ostili in arrivo dal loro territorio.
ISRAELE ACCUSA ELEMENTI DI JIHAD GLOBALE. Funzionari israeliani hanno accusato elementi legati ad al-Qaeda che operano in Libano di essere dietro l’attacco. Elementi della “jihad globale” sono dietro l’attacco nel corso del quale quattro razzi sono stati sparati dal Libano verso il nord d’Israele, ha affermato il portavoce delle forze armate di Tel Aviv, aggiungendo che l’incidente è stato “un attacco ai cittadini israeliani privo di ragioni”, ma lo Stato ebraico non si vendicherà. La settimana scorsa Tel Aviv aveva accusato elementi di jihad globale di essere dietro un simile attaco con razzo con la città meridionale di Eilat.
LA VERSIONE DEL LIBANO. Intanto dal Libano l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna ha riferito che tre razzi erano stati sparati dalla zona del villaggio di Housh. Successivamente un ufficiale della sicurezza libanese ha fatto sapere che dietro ai lanci verso il nord di Israele ci sarebbero degli estremisti palestinesi del campo profughi di Rashidiyeh a Tiro. Si tratterebbe del villaggio di Housh, a meno di un chilometro dal campo palestinese.
NETANYAHU: CHI CI FA DEL MALE SI FARA’ MALE. Non si è fatta attendere la reazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Chiunque cerchi di farci del male dovrebbe sapere che noi faremo del male a lui”, ha affermato in una nota. “Stiamo agendo su tutti i fronti, nel nord e nel sud per proteggere i cittadini di Israele da simili attacchi”, ha proseguito, aggiungendo che “usiamo vari metodi, sia difensivi che preventivi, e ci comportiamo in maniera responsabile”. “La nostra politica è chiara: proteggere e prevenire”, ha concluso.
TENSIONI FRA ISRAELE E LIBANO DAL 2006. Il sud del Libano, teatro di duri combattimenti tra le forze israeliane e il gruppo militante libanese Hezbollah nel 2006, è considerato una roccaforte del gruppo sciita. Nella zona operano inoltre gruppi palestinesi e islamici; alcuni simili incidenti sono stati rivendicati in passato da militanti palestinesi. Dalla fine della guerra del 2006 il confine tra Israele e Libano è rimasto perlopiù tranquillo, ma la tensione tra i due Paesi resta alta, soprattutto da quando Hezbollah ha annunciato apertamente il suo coinvolgimento nella guerra civile in Siria. Lo Stato ebraico teme che Damasco possa fornire al gruppo libanese armi sofisticate.
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