Bamako (Mali), 10 ago. (LaPresse/AP) – Il Mali martoriato nell’ultimo anno di conflitto interno potrebbe finalmente cambiare pagina. Si tiene infatti domani il ballottaggio per le elezioni presidenziali che decreteranno la nuova guida del Paese. Grande favorito è Ibrahim Boubacar Keita, che ha già raccolto il sostegno di gran parte dei candidati usciti sconfitti al primo turno. Al motto di ‘per l’onore del Mali’ nel voto del 28 luglio aveva raccolto 39,79% delle preferenze. Ben oltre quelle ottenute Soumaila ‘Soumi’ Cisse (19,70%), che domani lo sfiderà. Una situazione opposta rispetto a quella del 2002, quando i due già erano candidati alle presidenziali, ma Cissé, non Keita, arrivò al secondo turno, dove fu poi battuto da Amadou Toumani Touré. Keita, politico di lunga data, in passato ha già ricoperto il ruolo di ministro degli Esteri e di presidente dell’Assemblea nazionale. Le urne aprono alle 10 ora italiana e chiudono alle 20. I risultati sono attesi entro cinque giorni.

LA CRISI DEL 2012. Le elezioni sono un punto cruciale per il Mali anche per ricevere circa 4 miliardi di dollari promessi dai donatori internazionali a oltre un anno dal colpe di Stato che fece cadere il governo di Touré. Il golpe militare aprì la strada a un’insurrezione islamica nel nord, placata poi con l’intervento armato internazionale, guidato dalla Francia e lanciato lo scorso gennaio.

CHI E’ KEITA. Il candidato favorito, 68 anni, è noto anche con il soprannome di Ibk, dalle sue iniziali, o Kankeletigui, ossia uomo di parola, a indicare un senso di sicurezza e stabilità che sembra emanare. I colleghi lo descrivono come uno statista di vecchia data che dà valore al protocollo e alla formalità all’interno del governo. Come ministro degli Esteri una volta ammonì un dipendente pubblico che si presentò a pulire il suo ufficio con i primi bottoni della camicia aperti. Gli edifici del governo, sostiene, sono luoghi da giacca e cravatta. “Ibk è un uomo orgoglioso e incarna il simbolo dello Stato”, commenta Mohamed Sleimane, che lavorò con lui negli anni Ottanta in una organizzazione non governativa. Da molti però è visto come il candidato scelto tra i leader della giunta che nel marzo 2012 rovesciò il presidente Touré, regolarmente eletto. Anche se hanno consegnato il potere a un governo civile di transizione, i leader golpisti hanno ancora molta influenza. Al contrario, lo sfidante Cissé, 63 anni, rimase gravemente ferito cercando di fuggire dai soldati legati alla giunta e per mesi fu curato in Francia.

LA POSIZIONE DEI TUAREG. Keita ha raccolto poco sostegno da parte dei separatisti tuareg nel nord. I ribelli hanno provato a bloccare la tappa della sua campagna elettorale nella capitale provinciale di Kidal. Ma sembra che Ibk sia l’unico in grado di negoziare in vista dei colloqui con i ribelli del principale gruppo laico, noto come Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad. Proprio ieri quest’ultima formazione ha firmato un accordo di riconciliazione con i gruppi ribelli rivali. “Sosterrò Ibk perché ha detto che darà vita a un dialogo nazionale prima di prendere una decisione sulla crisi, mentre Soumaila Cissé ha già dichiarato che non darà autonomia al Mali settentrionale”, commenta il rappresentante dell’Mnla Mohamed Ousmane Ag Medoune.

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