Beirut (Libano), 5 ago. (LaPresse/AP) – “Il terrorismo non può essere gestito con la politica ma va colpito con il pugno di ferro” e i ribelli siriani saranno sconfitti. Il presidente siriano Bashar Assad torna a parlare, promettendo di sconfiggere l’opposizione armata che dal marzo 2011 tenta di far cadere il suo regime in una sanguinosa guerra civile. La Siria può scegliere, ha detto, tra “uno Stato di legge o uno Stato guidato da ladri e banditi” e il popolo dovrebbe unirsi “per difendere la patria”. Sono ormai più di 100mila le persone uccise, mentre il numero di rifugiati che fuggono oltre i confini del Paese continua a salire.

Assad ha parlato ieri sera durante un iftar, il pasto che rompe il digiuno del ramadan, a cui erano presenti anche funzionari del governo, leader religiosi e membri dei sindacati e dei partiti politici, ha riferito l’agenzia Sana. È stata la seconda apparizione pubblica del contestato presidente in pochi giorni, dopo che giovedì ha fatto visita alle truppe nel sobborgo Daraya di Damasco.

Ha nuovamente messo in guardia i ribelli, avvertendoli delle capacità del suo esercito, che ha detto essere in grado di adattarsi anche alla guerriglia attuale. Un nuovo appello è poi stato rivolto ai siriani, cui ha chiesto di unirsi per lottare contro i ribelli, che il regime chiama “terroristi”. “Non c’è soluzione con il terrorismo – ha detto Assad – se non colpirlo con il pugno di ferro”. Ha aggiunto: “In questo tipo di battaglie che puntano alla distruzione dell’identità culturale e del tessuto sociale nazionale, come siriani vinciamo insieme oppure perdiamo insieme”.

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