New York (New York, Usa), 31 lug. (LaPresse/AP) – Gli esperti dell’Onu si recheranno presto in Siria per indagare su tre episodi di presunti attacchi condotti con armi chimiche. Lo ha annunciato il portavoce delle Nazioni unite, Martin Nesirky, spiegando che la luce verde per l’indagine è arrivata in seguito a “un accordo raggiunto con il governo della Siria” nel corso della visita della scorsa settimana a Damasco da parte di Angela Kane, Alto rappresentante dell’Onu per il disarmo, e del capo della squadra di indagine sulle armi chimiche, Ake Sellstrom.

Il team farà visita a Khan al-Assal, villaggio a sudovest di Aleppo, catturato dai ribelli la scorsa settimana e oggi sotto attacco delle truppe dell’esercito. Combattenti e soldati si accusano gli uni con gli altri per il presunto attacco con armi chimiche avvenuto nell’area lo scorso 19 marzo, in cui morirono almeno 30 persone. Nesirky non ha fornito dettagli sugli altri due episodi su cui si concentrerà l’indagine. Secondo un diplomatico dell’Onu informato sui fatti, che ha chiesto l’anonimato, Sellstrom dovrebbe scegliere gli altri due siti in base a informazioni tecniche e scientifiche che le Nazioni unite hanno ricevuto.

Inizialmente Damasco si era opposta a un’indagine dell’Onu che andasse oltre al caso di Khan al-Assal, come invece volevano Francia, Usa e Regno Unito, che hanno inviato alle Nazioni unite informazioni su decine di altri presunti attacchi a Homs, nella capitale, Aleppo e altrove. “Il segretario generale (Ban Ki-moon) – ha aggiunto il portavoce – rimane memore degli altri incidenti segnalati e la missione continuerà anche a cercare chiarimenti dai membri degli Stati interessati”.

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