Gerusalemme, 28 lug. (LaPresse/AP) – Il governo di Israele ha approvato il rilascio di 104 detenuti palestinesi in carcere da prima del 1993, nell’ambito degli sforzi per la ripresa dei colloqui di pace. La scarcerazione dei 104 detenuti, fanno sapere fonti ufficiali, è stata approvata con 13 voti favorevoli e 7 contrari, dopo una sessione di dibattito contrastata. Il premier Benjamin Netanyahu ha chiesto con forza ai ministri di acconsentire, dicendo che si tratta di un passo importante per ridare spinta ai colloqui con i palestinesi dopo cinque anni di stallo.

Il rilascio è previsto nell’ambito dei tentativi del segretario di Stato Usa John Kerry di riaprire i negoziati tra israeliani e palestinesi, in stallo dal 2008. Un incontro preliminare tra i negoziatori delle due parti coinvolte è in programma martedì a Washington. Sarà seguito poi da un periodo di colloqui di massimo nove mesi nella regione, allo scopo di creare uno Stato palestinese a fianco di quello israeliano.

I detenuti palestinesi saranno rilasciati dalle carceri di Israele in quattro fasi nel corso dei mesi, ogni volta a fronte di progressi nei negoziati di pace. Secondo una lista fornita da fonti palestinesi, i 104 prigionieri hanno scontato pene detentive comprese tra 19 e 30 anni per coinvolgimento in attacchi che hanno causato la morte di cittadini israeliani.

I ministri israeliani oggi hanno approvato anche la proposta di legge che prevede sia effettuato un referendum su qualsiasi futuro accordo di pace con i palestinesi. “Questo non è un momento facile per me e non lo è per i ministri del governo, e specialmente per le famiglie in lutto” a causa di azioni dei militanti palestinesi, ha dichiarato il premier Benjamin Netanyahu prima dell’approvazione. “Ma ci sono momenti in cui devo prendere decisioni difficili per il bene del Paese, questo è uno di tali momenti”, ha detto. Sul referendum, ha aggiunto: “La ripresa del processo politico in questo momento è importante per Israele. Ogni accordo raggiunto nei negoziati sarà determinato da un referendum. È importante che le decisioni fatidiche come queste saranno votate direttamente, in questioni che determinano il futuro dello Stato”.

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