Santiago di Compostela (Spagna), 26 lug. (LaPresse/AP) – A due giorni dal disastro ferroviario di Santiago di Compostela, costato la vita ad almeno 78 persone, arriva la conferma che tra loro c’è anche Dario Lombardo, studente universitario 25enne di Forza D’Agrò, nel messinese. Aveva scelto di non prendere l’aereo da Madrid per raggiungere degli amici come aveva programmato, partendo invece con il treno. A farlo sapere la Farnesina. Intanto, la polizia ha arrestato in ospedale il macchinista del treno, che verrà presto interrogato.

FAMIGLIA STUDENTE SUL POSTO. La famiglia del ragazzo – il padre, la madre e il fratello – è in Spagna da ieri pomeriggio, assistita dal console onorario a La Coruna, Francesco Milani. Come ha spiegato ieri il sindaco di Forza D’Agrò, Pasquale Fabio Di Cara, che segue da vicino la questione e ha parlato con un funzionario sul posto, fino a prima della conferma della morte del 25enne restavano sei corpi non riconoscibili, sui quali doveva essere effettuato il test del dna.

DARIO IN SPAGNA DA AMICI. Il ragazzo si trovava sul treno per Santiago per raggiungere degli amici conosciuti nell’ambito di un progetto di scambio culturale. Era arrivato arrivato a Madrid in aereo. Da lì, il primo volo diretto a Santiago sarebbe partito sette ore dopo. Così aveva deciso di prendere il treno, che ce ne metteva sei. Studiava economia a Catania. Era in vacanza e non era andato là per la festa religiosa di San Giacomo, ma solo per ritrovarsi con gli amici.

RIVISTO BILANCIO VITTIME. Questa mattina, La polizia che sta analizzando i resti delle vittime dell’incidente ferroviario di Santiago di Compostela, in Spagna, ha abbassato da 80 a 78 il bilancio delle persone decedute. Il conteggio, spiega Antonio de Amo, della polizia nazionale, potrebbe cambiare quando saranno identificate parti di corpo e associate con altre. Restano intanto molti i feriti in ospedale, di cui una trentina in condizioni gravi.

ARRESTATO MACCHINISTA. Questa mattina è stato arrestato il macchinista del treno, identificato della compagnia ferroviaria di Stato Renfe come il 52enne Francisco José Garzon Amo. Secondo quanto riferisce il capo della polizia nazionale della Galizia, Jaime Iglesias, l’uomo è in custodia nell’ospedale dove è ricoverato e sarà interrogato “come sospetto per un reato legato alla causa dell’incidente”. L’uomo viene piantonato dalla polizia e per ora non è in condizioni di testimoniare a causa delle sue condizioni fisiche. La polizia ha fatto sapere in serata che è accusato di “grave imprudenza”.

TRENO LANCIATO A 190 KM/H. Ieri i media spagnoli hanno riferito la notizia secondo cui il macchinista avrebbe confessato poco dopo l’incidente di aver condotto il treno a 190 chilometri all’ora, in un tratto dove il limite era di 80. L’uomo è un lavoratore esperto del settore, dipendente di Renfe da trent’anni. Assistente macchinista dal 2000, è diventato macchinista tre anni dopo.

ESPERTI SICUREZZA: ASPETTARE VERIFICHE. L’uomo aveva preso la guida del treno da un collega circa cento chilometri più a sud di Santiago, prima che si verificasse l’incidente. Secondo il presidente di Renfe, Julio Gomez-Pomar Rodriguez, il 52enne guidava su quella linea da oltre un anno. E mentre i media puntano il dito contro di lui, le autorità e gli esperti di sicurezza ritengono siano necessario verificare che non si sia trattato di un guasto ai sistemi programmati per mantenere la velocità del treno entro i limiti di sicurezza.

TROVATE SCATOLE. Intanto, gli investigatori spagnoli sono entrati in possesso delle scatole nere del treno . Lo conferma la portavoce del tribunale, Maria Pardo Rios, che però non sa indicare quanto tempo potrebbe volerci per determinare perché il treno stava correndo ben oltre il limite di velocità consentito quando si è schiantato.

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