New York (New York, Usa), 12 lug. (LaPresse) – I talebani hanno paura dell’istruzione, sparandomi pensavano di “zittirmi ma non ci sono riusciti e dal silenzio sono uscite centinaia di voci”. Così Malala Yousafzai, la ragazzina pakistana ferita dai talebani a ottobre scorso per la sua lotta a favore dell’educazione delle ragazze, ha detto nel discorso che ha tenuto alle Nazioni unite a proposito del diritto all’istruzione. Oggi è il giorno del suo 16esimo compleanno ed è stato ribattezzato ‘Malala day’. La ragazza, divenuta simbolo della lotta internazionale per l’educazione giovanile, ha parlato davanti al segretario generale Onu Ban Ki-moon, al presidente dell’Assemblea Vuk Jeremic, all’inviato speciale dell’Onu per l’educazione globale, Gordon Brown, ex premier britannico. Nella sala c’erano anche la sua famiglia e 500 ragazzi provenienti da tutto il mondo. “Vogliamo l’istruzione per un futuro luminoso: nessuno ci potrà fermare, parleremo e apporteremo cambiamenti”, ha detto nel suo lungo e applaudito intervento, che ha commosso molti nella sala.
Intorno al capo indossava uno scialle rosa appartenuto a Benazir Bhutto, prima e unica donna premier in un Paese musulmano contemporaneo, assassinata durante un comizio nel suo Pakistan nel 2007: “È un onore per me parlare di nuovo dopo tanto tempo, essere qui con tanta gente onorevole e indossare questo scialle”, ha detto Malala. Promettendo di lottare per l’istruzione di tutti i bambini e delle bambine, e per i diritti delle donne, e chiedendo ai leader di tutto il mondo di agire cambiando le proprie priorità, la 16enne ha citato come esempi Mandela, Gesù, Maometto, Gandhi e Madre Teresa.
A introdurre il suo discorso è stato il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, che l’ha definita “la nostra eroina” e “la nostra paladina”. I due si erano incontrati prima della riunione. “Malala non sei sola, siamo tutti al tuo fianco”, le ha detto dal podio, parlando poi dei “57 milioni di bambini che non vanno a scuola e che entro il 2015 dobbiamo portare in classe”, mentre gran parte di loro sono bambine che vivono in zone di conflitto.
NON CI HANNO ZITTITI: LA PAURA E’ MORTA. “Il 9 ottobre 2012 i talebani mi hanno sparato alla parte sinistra della testa e hanno anche colpito i miei amici”, ha detto Malala. “Pensavano che i proiettili ci avrebbero zittiti – ha aggiunto – ma non ci sono riusciti e da quel silenzio sono uscite centinaia di voci. Pensavano di indebolirmi, ma questo non è successo. La paura è morta, la speranza e il coraggio sono nati”. Malala è riuscita a tornare a scuola a marzo, dopo aver ricevuto cure mediche nel Regno Unito.
ESEMPI MANDELA, GANDHI E GESU’, NON ODIO I TALEBANI. “Io non sono contro nessuno, né sono qui per avere rivincite contro talebani o altri gruppi terroristici, ma sono qui per il diritto all’istruzione e per tutti i bambini”, ha detto Malala. “Voglio – ha proseguito – educazione per i figli e le figlie dei talebani, degli estremisti, io non odio nemmeno quelli che mi hanno sparato. Se avessi una pistola non sparerei: questa è la compassione che ho imparato da Maometto, Buddha, Gesù. È ciò che ho ereditato da Nelson Mandela e Gandhi, è la filosofia della non violenza imparata da Gandhi e Madre Teresa, il perdono imparato da mamma e papà”.
TALEBANI TEMONO I LIBRI. “È vero che gli estremisti hanno e avevano paura di libri e penne. Il potere dell’istruzione fa loro paura. E hanno paura delle donne: il potere della voce delle donne li spaventa. Per questo hanno ucciso studenti innocenti, per questo hanno ucciso le insegnanti, per questo attaccano le scuole tutti i giorni”, ha detto, sottolineando che gli estremisti “hanno paura del cambiamento, dell’uguaglianza all’interno della nostra società”.
DONNE SIATE FORTI E CORAGGIOSE: AGIAMO DA SOLE. Ha invitato le donne a essere forti e a non lasciare che gli uomini parlino per loro come in passato, ma ad essere autonome. “Oggi siamo noi donne ad agire da sole – ha detto – non chiediamo agli uomini di agire per noi come è accaduto in passato. Non sto dicendo agli uomini di non parlare a favore dei nostri diritti, ma mi concentro perché la donna sia autonoma e lotti per se stessa”.
LEADER MONDIALI CAMBINO PRIORITA’. Malala ha invitato i leader di tutto il mondo a fare dell’istruzione e dei diritti di bambini e donne una priorità. “Chiediamo ai leader di tutto il mondo – ha detto – di cambiare le politiche strategiche a favore di pace e prosperità, che tutti gli accordi tutelano i diritti di donne e bambini. Chiediamo a tutti i governi di assicurare l’istruzione obbligatoria e gratuita in tutto il mondo a ogni bambino, di lottare contro il terrorismo e la violenza, ai Paesi sviluppati di sostenere i diritti all’istruzione per le bambine nei Paesi in via sviluppo”.