Beirut (Libano), 9 lug. (LaPresse/AP) – Un’esplosione si è verificata a Beirut nel quartiere sud di Beir el-Abed, roccaforte di Hezbollah. Secondo funzionari della sicurezza libanese i feriti sarebbero almeno 15 mentre la televisione di Hezbollah, al-Manar, parla di 18 feriti. Sin dall’inizio al-Manar ha attribuito lo scoppio a un’autobomba e ora anche i funzionari della sicurezza, inizialmente prudenti sulla natura dell’esplosione, confermano che che si tratta della ipotesi più probabile. Dal luogo dello scoppio si è sollevata una colonna di fumo nero e sul posto sono arrivati furgoni dei vigili del fuoco e molte ambulanze, a sirene spiegate. Secondo i testimoni, i feriti sono stati trasportati nei due ospedali vicini Bahman e Rasoul al-Atham.

L’esplosione è avvenuta in un parcheggio vicino a ‘Islamic Coop’, un supermercato solitamente affollato, e a un distributore di benzina. Si tratta di un quartiere residenziale e commerciale e lo scoppio ha danneggiato diversi edifici, mandando in frantumi i vetri del vicinato. La zona è vicina a quella nota come ‘piazza di sicurezza’ di Gezbollah, dove vivono o hanno i loro uffici molti dei funzionari del partito. Diverse settimane fa due razzi avevano raggiunto la zona sud di Beirut provocando alcuni feriti.

Molti membri di Hezbollah in abiti civili, alcuni dei quali avevano kalashnikov, hanno circondato e recintato il luogo dello scoppio con nastro giallo. Sia i membri di Hezbollah, sia i funzionari della sicurezza libanese hanno impedito ai giornalisti di avvicinarsi alla zona.

L’attentato giunge in coincidenza con l’inizio del Ramadan per molti libanesi sciiti ed è la peggiore avvenuta nella zona da anni. In Libano sono in aumento le tensioni fra sciiti e sunniti, anche per effetto della guerra nella vicina Siria: i ribelli siriani sono perlopiù sunniti e vengono appoggiati dalla parte sunnita della popolazione libanese; il gruppo Hezbollah è invece sciita e molti sciiti libanesi sostengono Bashar Assad, che è un membro della setta alawita, derivata dall’islam sciita. “Questo è un messaggio, ma non ci piegheranno”, ha detto Ziad Waked, un funzionario del Comune di Beirut, parlando alla tv al-Manar.

Nell’attacco di stamattina Hezbollah vede l’impronta di Israele. “Non è una sorpresa per Dahyeh, roccaforte della resistenza, essere obiettivo di attacchi così meschini e sleali che portano le impronte del nemico israeliano e dei suoi strumenti”, ha detto il deputato di Hezbollah Ali Ammar. Dahyeh è il nome con il quale è nota la zona di Beirut colpita. Hezbollah, come il regime della Siria, accusa i ribelli siriani di essere agenti di Stati Uniti e Israele.

Alcuni gruppi di ribelli siriani hanno minacciato di colpire il Libano dopo che Hezbollah si è schierato apertamente a fianco di Bashar Assad inviando propri militanti in Siria per unirsi all’esercito nella battaglia contro i combattenti dell’opposizione. L’intervento dei combattenti di Hezbollah è stato fondamentale per il regime di Assad nella riconquista della città strategica di Qusair, vicino al confine libanese, della quale il governo ha ripreso il controllo il 5 giugno scorso. A maggio due razzi hanno colpito una roccaforte di Hezbollah nel sud del Libano, ferendo quattro persone. Il lancio avvenne alcune ore dopo che il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva promesso in un discorso di aiutare Assad a vincere la guerra civile in Siria. A giugno un razzò colpì la stessa zona senza provocare vittime.

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