Beirut (Libano), 9 lug. (LaPresse/AP) – Torna il terrore a Beirut. Un’autobomba è esplosa nel quartiere meridionale di Beir el-Abed, roccaforte di Hezbollah. Il bilancio fornito dal governo è di 53 feriti, molti dei quali lievi, mentre la Croce rossa parla di 37 feriti e la tv di Hezbollah al-Manar di 18. Dal luogo dello scoppio si è sollevata una colonna di fumo nero e sul posto sono arrivati furgoni dei vigili del fuoco e molte ambulanze, a sirene spiegate. Secondo i testimoni, i feriti sono stati trasportati nei due ospedali vicini Bahman e Rasoul al-Atham. Si tratta di uno dei peggiori attentati in Libano dalla fine della guerra civile.
ESPLOSIONE IN QUARTIERE ISLAMICO. L’esplosione è avvenuta in un parcheggio vicino all’Islamic Coop, un supermercato solitamente affollato, e a un distributore di benzina. In un quartiere residenziale e commerciale, la zona è vicina a quella nota come ‘piazza di sicurezza’ di Hezbollah, dove vivono o hanno i loro uffici molti dei funzionari del partito. Lo scoppio ha danneggiato diversi edifici, mandando in frantumi i vetri del vicinato. Molti membri di Hezbollah in abiti civili, alcuni dei quali avevano kalashnikov, hanno circondato e recintato il luogo dello scoppio con nastro giallo. Sia i membri di Hezbollah, sia i funzionari della sicurezza libanese hanno impedito ai giornalisti di avvicinarsi alla zona.
37 FERITI PER CROCE ROSSA, 18 PER HEZBOLLAH. Contrastanti i bilanci dei feriti. Secondo George Kattaneh della Croce rossa, i feriti sono 37 e per la maggior parte hanno riportato ferite da taglio per i vetri andati in frantumi con lo scoppio. La tv al-Manar parla invece di 18 feriti.
TENSIONE FRA SCIITI E SUNNITI ANCHE PER SIRIA. L’attentato giunge in coincidenza con l’inizio del Ramadan per molti libanesi sciiti ed è la peggiore avvenuta nella zona da anni. In Libano sono in aumento le tensioni fra sciiti e sunniti, anche per effetto della guerra nella vicina Siria: i ribelli siriani sono perlopiù sunniti e vengono appoggiati dalla parte sunnita della popolazione libanese; il gruppo Hezbollah è invece sciita e molti sciiti libanesi sostengono Bashar Assad, che è un membro della setta alawita, derivata dall’islam sciita. “Questo è un messaggio, ma non ci piegheranno”, ha detto Ziad Waked, un funzionario del Comune di Beirut, parlando alla tv al-Manar.
HEZBOLLAH ACCUSA ISRAELE. Nell’attacco di stamattina Hezbollah vede l’impronta di Israele. “Non è una sorpresa per Dahyeh, roccaforte della resistenza, essere obiettivo di attacchi così meschini e sleali che portano le impronte del nemico israeliano e dei suoi strumenti”, ha detto il deputato di Hezbollah Ali Ammar. Dahyeh è il nome con il quale è nota la zona di Beirut colpita. Hezbollah, come il regime della Siria, accusa i ribelli siriani di essere agenti di Stati Uniti e Israele.
PRO HEZBOLLAH ATTACCANO MINISTRO INTERNO. Intanto il ministro dell’Interno libanese Marwan Charbel, recatosi sul luogo dell’esplosione, è stato attaccato con sassaiole da un gruppo di circa 100 sostenitori di Hezbollah, che si sono raccolti nell’area portando immagini del leader Hassan Nasrallah e gridando slogan in suo appoggio. Alcuni membri dello staff di Hezbollah hanno sparato in aria per disperdere la folla. Il ministro è così rimasto bloccato per 45 minuti ed è stato poi scortato fuori tramite una porta sul retro. “Il sangue sciita sta bollendo”, gridavano i pro Hezbollah. Charbel è considerato da alcuni sciiti in accordo con il religioso sunnita Ahmad al-Assir, che incita contro Hezbollah da mesi ed è ora in fuga.
LEGAMI CON SIRIA E ATTACCHI PRECEDENTI. Alcuni gruppi di ribelli siriani hanno minacciato di colpire il Libano dopo che Hezbollah si è schierato apertamente a fianco di Bashar Assad inviando propri militanti in Siria per unirsi all’esercito nella battaglia contro i combattenti dell’opposizione. L’intervento dei combattenti di Hezbollah è stato fondamentale per il regime di Assad nella riconquista della città strategica di Qusair, vicino al confine libanese, della quale il governo ha ripreso il controllo il 5 giugno scorso. A maggio due razzi hanno colpito una roccaforte di Hezbollah nel sud del Libano, ferendo quattro persone. Il lancio avvenne alcune ore dopo che il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva promesso in un discorso di aiutare Assad a vincere la guerra civile in Siria. A giugno un razzò colpì la stessa zona senza provocare vittime.
ATTACCO RIEVOCA MEMORIE GUERRA CIVILE. L’esplosione di oggi è una delle peggiori avvenute nella zona dalla fine della guerra civile in Libano, durata 15 anni e che si è conclusa nel 1990. Le immagini mandate in onda dalla televisione oggi fanno ritornare alla mente i ricordi di quel conflitto, quando erano frequenti le esplosioni di autobombe. Da allora si sono verificati più volte attentati a politici e giornalisti con autobombe, ma sono state rare le esplosioni tra la folla senza obiettivi specifici.
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