Teheran (Iran), 14 giu. (LaPresse/AP) – Sono cominciate le operazioni di voto in Iran, dove oggi si vota per eleggere per un nuovo presidente, il successore di Mahmoud Ahmadinejad. Sei i candidati in lizza che, per evitare il ballottaggio (in programma eventualmente il 21 giugno), dovranno ottenere almeno il 50% dei voti più uno.

IL VOTO. Gli elettori sono oltre 50 milioni, a fronte di una popolazione di 76 milioni. Circa un terzo degli aventi diritto ha meno di 30 anni, il che vuol dire che è nato dopo la rivoluzione islamica del 1979. Circa il 60% degli elettori vive in città. Per poter esprimere la propria preferenza, gli elettori devono aver compiuto 18 anni, età minima innalzata dai 16 anni nel 2007. Gli iraniani all’estero possono votare in sedi diplomatiche del Paese e in altri seggi predisposti. A scegliere i candidati in lizza è stato il Consiglio dei guardiani, controllato dai religiosi al potere, che ha valutato 686 nomi, approvandone otto. Nelle ultime settimane, tuttavia, si sono ritirati l’ex vice presidente Mohammed Reza Aref e Gholam Ali Haddad Adel, lasciando così sei uomini a contendersi l’incarico. Il vincitore assumerà l’incarico a fine agosto.

I CANDIDATI. Tra i contendenti più accreditati in lizza c’è il 47enne Saeed Jalili, capo negoziatore sul nucleare per l’Iran dal 2007, considerato un integralista. Sostenuto da molti nella teocrazia al potere, forse anche dalla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, gode dell’appoggio del religioso ultraconservatore Ayatollah Mohammad Taghi Mesbah Yazdi. Ex consigliere di Ahmadinejad e vice ministro degli Esteri per gli Affari americani ed europei, nel 2007 è stato nominato negoziatore. C’è poi il 64enne Hasan Rowhani, secondo molti il favorito, a sua volta ex negoziatore per il nucleare e stretto alleato dell’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani. Rowhani ha attirato il sostegno di leader riformisti dopo che il rivale Aref ha lasciato la competizione tentando di consolidare il campo dei liberali.

Molti scommettono però anche sul sindaco di Teheran, il 51enne Mohammad Bagher Qalibaf. Ex comandante delle Guardie della rivoluzione durante la guerra Iraq-Iran, Qalibaf si è costruito la reputazione di leader dinamico per progetti sulla qualità della vita a Teheran, inclusi parchi, linee del metrò estese e autostrade. Ex comandante delle Guardie della rivoluzione, è sposato con Zahra Sadat Moshiri, ex docente di Scienze sociali all’Università della Tecnologia Sharif di Teheran, consigliere del marito per quanto riguarda gli affari delle donne nella capitale. C’è poi Ali Akbar Velayati, 67 anni, massimo consigliere della Guida suprema Ali Khamanei per gli affari internazionali. Valayati fu ministro degli Esteri durante la guerra 1980-1988, e negli anni Novanta. È tra i sospettati dell’Argentina per l’attentato del 1994 in un centro ebraico di Buenos Aires, in cui morirono 85 persone.

Candidato anche Mohsen Rezaei, 58 anni, ex comandandante della Guardia della rivoluzione, che corse già al voto del 2009, finendo quarto. Attualmente è segretario del Consiglio per il discernimento, che media tra Parlamento e Consiglio dei guardiani. Infine, il 71enne Mohammad Gharazi, ex ministro del Petrolio e delle Telecomunicazioni. Considerato un conservatore ha puntato la campagna elettorale promettendo la ripresa economica.

ALTRE ELEZIONI E PARTECIPAZIONE. Quest’anno per la prima volta, insieme alle presidenziali, si tengono anche le elezioni municipali. A queste quasi 350mila candidati sono stati registrati per circa 170 seggi in consigli municipali. L’affluenza in Iran è sempre abbastanza alta. Alle elezioni del 2009 raggiunse quasi l’85%. Nel 2005 il dato fu del 63% al primo turno e del 60% al secondo. Nel 2001 fu registrata un’affluenza del 68%. A sorvegliare il processo elettorale è il ministero dell’Interno, che non permette osservatori esterni. Nel 2009 i manifestanti accusarono le autorità di brogli, sostenendo che il vero vincitore fosse il riformista Mir Hossein Mousavi. Il ministero affermò invece che Ahmadinejad aveva ricevuto un forte sostegno nelle zone rurali, superiore a quello ricevuto da Mousavi a Teheran e in altre città. Mousavi e un altro candidato alle presidenziali del 2009, Mahdi Karroubi, sono agli arresti domiciliari dall’inizio del 2011.

PRECEDENTI PRESIDENTI. Questi i presidenti che hanno guidato il Paese dopo la Rivoluzione del 1979: Abulhassan Banisadr (1980-81, destituito dal Parlamento); Mohammad Ali Rajai (agosto 1981, assassinato); ayatollah Ali Khamenei, attuale Guida suprema (1981-89); Akbar Hashemi Rafsanjani (1989-97); Mohammad Khatami (1997-2005); Mahmoud Ahmadinejad (2005-13).

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