Caracas (Venezuela), 30 mag. (LaPresse/AP) – Scontro diplomatico tra Caracas e Bogotà, dopo che il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha ospitato ieri il leader dell’opposizione venezuelana Henrique Capriles. Quest’ultimo sta cercando di raccogliere consensi internazionali dopo aver perso contro Nicolas Maduro le elezioni del 14 aprile, di cui non ha riconosciuto i risultati. Intervenendo alla televisione di Stato, il ministro degli Esteri del Venezuela Elias Jaua ha detto che l’incontro “porterà al deragliamento delle buone relazioni” tra i due Paesi. Il presidente dell’Assemblea nazionale Diosdado Cabello, invece, ha paragonato l’incontro a mettere “una bomba su un treno”. Santos ha riconosciuto la vittoria elettorale di Maduro e ha preso parte alla sua cerimonia di insediamento ad aprile.
Il Venezuela, ha spiegato quindi Jaua, rivaluterà il suo ruolo di osservatore nei colloqui di pace che sono in corso a Cuba tra il governo guidato da Santos e i ribelli dell Farc. Maduro, ha inoltre aggiunto, ha richiamato per consultazioni l’inviato del Venezuela ai colloqui. “Senza dubbio – ha proseguito il ministro – la situazione di oggi ci obbliga a studiare la partecipazione del Venezuela come facilitatore nell’accordo di pace”. I rappresentanti del governo di Caracas hanno giocato un ruolo importante nel processo. I colloqui sono stati sospesi domenica dopo il raggiungimento di un accordo sul primo di sei punti in agenda, la riforma agraria. Riprenderanno all’Avana l’11 giugno.
Nel corso della visita al Parlamento colombiano, Capriles ha detto di non essere interessato a “ciò che dice questo governo illegittimo”, definendo le critiche del governo come “punture di zanzare”. Il leader dell’opposizione sostiene che la coalizione chavista guidata da Maduro abbia vinto le elezioni con la frode, anche se il risultato è stato riconosciuto da tutto il Sudamerica e da gran parte della comunità internazionale. “In Venezuela, la mia amata patria, il 14 aprile hanno rubato le elezioni”, ha affermato Capriles che ha già chiesto alla Corte suprema di annullare il risultato elettorale. Dopo il voto, le proteste dell’opposizione hanno scatenato una serie di violenze. Undici sostenitori del governo hanno perso la vita e Maduro punta il dito proprio contro Capriles per aver alimentato i disordini.
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