Beirut (Libano), 20 mag. (LaPresse/AP) – Imperversa in Siria la battaglia per la città chiave di Qusair, vicino al confine con il Libano. Qui le forze del regime hanno lanciato ieri un’offensiva, sostenute dai militanti del gruppo libanese Hezbollah, e sono riuscite a conquistare circa il 60% della città. Nei combattimenti, stando a quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sarebbero stati uccisi 28 membri di Hezbollah e oltre 70 sarebbero rimasti feriti. Oggi la battaglia prosegue nella zona nord.

MORTI MEMBRI HEZBOLLAH IN COMBATTIMENTI. Nei combattimenti a Qusair e dintorni sono morti almeno 28 i membri d’elite del gruppo libanese Hezbollah e i combattenti del gruppo feriti sarebbero oltre 70. Se le vittime venissero confermate, si tratterebbe di un duro colpo a Hezbollah, il cui coinvolgimento nel conflitto siriano si è fatto recentemente sempre più evidente. Per fornire il bilancio, l’Osservatorio cita “fonti vicine al gruppo militante” delle quali si rifiuta però di rivelare l’identità. Sempre ieri, inoltre, sono morti a Qusair almeno 50 ribelli siriani, tra cui due comandanti.

L’APPOGGIO DI HEZBOLLAH AD ASSAD. Il ruolo crescente del gruppo libanese sciita in Siria evidenzia anche la natura profondamente settaria del conflitto, in cui i ribelli perlopiù sunniti provano a ribaltare il regime dominato dalla setta alawita della famiglia Assad, derivata dagli sciiti. Il coinvolgimento di Hezbollah minaccia ulteriormente la stabilità in Libano, già spaccato fra sostenitori e oppositori di Assad in base alle suddivisioni settarie.

QUSAIR CENTRO STRATEGICO PER REGIME E RIBELLI. La battaglia intorno a Qusair imperversa da settimane, ma ieri il regime ha lanciato un’offensiva per riprenderne il controllo e secondo i media governativi è riuscito a conquistarne la maggior parte. I violenti scontri vanno avanti oggi. L’opposizione stima che in città si trovino ancora 40mila civili. La città, nella provincia di Homs, è situata in una posizione strategica importante sia per il regime che per i ribelli. È importante per il regime perché si trova lungo un corridoio di collegamento fra la capitale Damasco e la costa sul Mediterraneo cuore degli alawiti, setta alla quale appartiene anche la famiglia Assad; è cruciale inoltre per le forze dell’opposizione perché Qusair, città a prevalenza sunnita poco distante dal confine libanese, ha fatto da punto di passaggio per i carichi di armi e rifornimenti inviati dal Libano ai combattenti siriani.

FORZE REGIME CONTROLLANO 60% QUSAIR. Stando a una fonte dell’amministrazione di Homs consultata da Associated Press, le forze governative controllano il 60% della città di Qusair. Oltre 1.500 residenti sarebbero inoltre fuggiti dalla città a causa degli intensi combattimenti. Un esponente dell’opposizione riferisce che ieri i combattenti di Hezbollah sono entrati avanzando da est e da sud e che, poco dopo essere entrati, hanno preso il controllo della piazza principale e della sede del Comune. Ieri sera, ha aggiunto la fonte, avevano già estromesso diverse unità dei ribelli, compresi quelli di Jabhat al-Nusra, legati ad al-Qaeda. Il racconto è compatibile con quanto riportato stamattina dai media di Stato siriani. L’agenzia di stampa Sana ha riferito che le truppe di Assad hanno conquistato oggi la maggior parte di Qusair “ripristinando sicurezza e stabilità” e uccidendo “molti terroristi” (termine con il quale il regime si riferisce ai ribelli), la maggior parte dei quali stranieri. Sana aggiunge che i soldati governativi stanno combattendo oggi alcune sacche di resistenza nella zona nord e sud della città.

ISRAELE MINACCIA INTERVENTO. Proprio ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha avvisato che lo Stato ebraico è pronto ad agire se la Siria tenterà di consegnare armi iraniane a Hezbollah, dicendo che “siamo pronti a ogni scenario”. Questo mese Tel Aviv ha colpito due volte vicino Damasco con attacchi aerei, secondo fonti israeliane per intercettare armi destinate a Hezbollah. Damasco sostiene che in Siria non sia in corso una guerra civile, ma che l’esercito stia combattendo contro terroristi sostenuti da forze straniere, che provano a fare cadere il governo di Assad. Dall’inizio del conflitto in Siria a marzo 2011 sono oltre 70mila le persone uccise.

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