Kairouan (Tunisia), 19 mag. (LaPresse/AP) – Torna a infiammarsi la Tunisia. Dopo il no del governo alla conferenza annuale del gruppo Ansar al-Shariah, oggi centinaia di salafiti sono scesi in piazza nel giorno in cui il raduno avrebbe dovuto tenersi. Scontri fra polizia e manifestanti sono scoppiati a Kairouan, città in cui doveva avere luogo l’evento, e vicino Tunisi. Un manifestante salafita 27enne è morto nel sobborgo Ettadhamen della capitale e a Kairouan è stata arrestata la Femen tunisina Amina Tyler, che secondo la stampa locale ha compiuto l’atto provocatorio di mettersi a seno nudo davanti a una moschea. Numerosi i feriti in entrambe le città.

SCONTRI A KAIROUAN, MAI TANTI AGENTI DA CADUTA BEN ALI. A Kairouan, il principale centro religioso della Tunisia, alcuni giovani hanno lanciato pietre contro la polizia e gli agenti hanno risposto usando lacrimogeni per disperdere la folla. L’ospedale di Kairouan ha riferito del ferimento di cinque civili e quattro poliziotti. Il dispiegamento di forze di sicurezza è stato massiccio, con circa 11mila agenti inviati in città per impedire lo svolgimento della conferenza annuale di Ansar al-Shariah. Una risposta così robusta da parte delle forze di sicurezza non si vedeva dal 2011, cioè dall’anno delle rivolte che portarono alla caduta del presidente Zine El-Abidine Ben Ali, che era a capo di un forte Stato di polizia.

ARRESTATA LA FEMEN AMINA. Nel corso della manifestazione è comparsa anche la Femen tunisina Amina Tyler, nota per avere pubblicato delle foto a seno nudo che hanno suscitato scalpore. La giovane si è messa provocatoriamente a seno nudo davanti alla moschea Okba Ibn Nafaa ed è stata arrestata dalla polizia. Stando alla versione fornita dalla stampa locale, l’attivista femminista sarebbe stata arrestata per evitare aggressioni nei suoi confronti, dal momento che il suo gesto provocatorio avrebbe sollevato la collera di diversi residenti. Amina, che ha detto di essere giunta a Kairouan per affrontare i salafiti, avrebbe anche scritto la parola ‘Femen’ sul muro di un cimitero vicino alla moschea. Il governatore di Kairouan riferisce che alcuni abitanti avrebbero intenzione di presentare denuncia contro la ragazza.

MORTO UN MANIFESTANTE SALAFITA, DIVERSI FERITI. Scontri anche a Ettadhamen, sobborgo a nord di Tunisi, dove centinaia di salafiti hanno protestato con sassaiole e dando fuoco a pneumatici e gli agenti sono intervenuti con lacrimogeni e spari di avvertimento in aria. L’agenzia di stampa tunisina Tap riferisce che un sostenitore 27enne di Ansar al-Sharia è morto in ospedale per le ferite riportate negli scontri di Ettadhamen. Precedentemente la stessa agenzia, citando il ministero dell’Interno, aveva riferito di 14 feriti nei tafferugli nel sobborgo della capitale, spiegando che si trattava di 11 agenti delle forze di sicurezza e tre manifestanti. Tap aveva aggiunto che, dei 14, un agente e un manifestante erano in condizioni gravi. Non è chiaro però se il dimostrante morto sia uno dei tre annoverati precedentemente tra i feriti.

ARRESTATO PORTAVOCE ANSAR AL-SHARIAH. Stamattina intanto è stato arrestato dalle autorità tunisine il portavoce del gruppo salafita, Seifeddine Rais. Lo stesso Rais giovedì aveva detto che le autorità avrebbero dovuto assumersi la responsabilità del sangue che sarebbe stato versato se avessero provato a vietare la conferenza annuale del gruppo, divieto che è stato poi emesso dal governo venerdì.

CONFERENZA VIETATA PER RISCHI SICUREZZA. La decisione di vietare il raduno è stata annunciata appunto venerdì dal ministero dell’Interno, che ha evidenziato che la conferenza poneva una minaccia “alla sicurezza e all’ordine pubblico”. Da allora a Kairouan sono stati istituiti posti di blocco e si sono messe al lavoro pattuglie per il controllo delle strade. Ieri la polizia ha inoltre cominciato a effettuare controlli dei documenti d’identità e a perquisire le auto di chiunque entrasse in città. I residenti sembrano avere accolto volentieri le forze di sicurezza e hanno distribuito rose alle pattuglie di polizia per incoraggiare gli agenti.

CHI SONO I SALAFITI DI ANSAR AL-SHARIAH. Il leader di Ansar al-Shariah, Seifallah Ben Hassine, è ricercato per il suo coinvolgimento nell’assalto di folla dello scorso settembre all’ambasciata degli Stati Uniti a Tunisi e i suoi seguaci sono stati accusati di diversi attacchi ai danni di gallerie d’arte, stazioni di polizia e cinema. Sin dalla caduta di Ben Ali, giunta con la prima rivolta della Primavera araba, i salafiti sono diventati sempre più aggressivi nel predicare la loro interpretazione conservatrice dell’islam. L’anno scorso la conferenza di Ansar al- Shariah a Kairouan ha attirato circa 4mila partecipanti e a prevalere è stata una retorica impetuosa, con dimostrazioni di arti marziali e uomini a cavallo che brandivano spade.

Il governo, guidato dal partito islamico moderato Ennahda, è da tempo accusato dall’opposizione di non avere preso una posizione ferma sugli attacchi da parte dei salafiti contro quelli che per i musulmani ultraconservatori sono gli aspetti sacrileghi nel Paese. La retorica combattiva di Ansar al-Shariah, tuttavia, sembra avere compattato il Paese contro il gruppo stesso. In una conferenza di dialogo nazionale che si è tenuta giovedì, alla quale hanno partecipato sindacati, società civile e partiti politici, Ansar al-Shariah è stato ampiamente condannato.

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