Cox’s Bazar (Bangladesh), 16 mag. (LaPresse/AP) – Il ciclone Mahasen ha raggiunto le coste meridionali del Bangladesh, colpendo villaggi di pescatori con forti piogge e venti che hanno abbattuto capanne di fango e paglia e costringendo più di un milione di persone a fuggire dalle proprie case. Finora il passaggio del ciclone, il cui centro dovrebbe raggiungere la terraferma stasera, ha causato 18 morti in Bangladesh, Birmania e Sri Lanka. Secondo l’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari, il maltempo minaccia complessivamente 8,2 milioni di persone sulle coste di India, Bangladesh e Birmania. Il rischio è particolarmente alto per le decine di migliaia di profughi Rohingya, che vivono in tendopoli in campi situati lungo le coste occidentali della Birmania. Costretti alla fuga dalle violenze settarie dello scorso anno, molti membri della minoranza musulmana si sono rifiutati di rispettare l’ordine di evacuazione emesso dalle autorità buddiste del Paese.

Stamattina il ciclone ha colpito il villaggio di Khepurpara nel sud del Bangladesh con venti che soffiavano a 100 chilometri all’ora e si è diretto verso le città di Chittagong e Cox’s Bazar. Traghetti e imbarcazioni sono rimasti fermi nei porti e molte fabbriche nella regione sono rimaste chiuse. Decine di migliaia di persone si sono rifugiate in scuole, uffici governativi e alberghi di Cox’s Bazar, portando con sé anche il bestiame. Nel 1991 un ciclone che colpì il Bangladesh provocò la morte di 139mila persone. Nel 2008, il sud della Birmania fu colpito dal ciclone Nargis, che distrusse interi villaggi uccidendo oltre 130mila persone. Mahasen è tuttavia molto più debole di quei due cicloni e sopra la terraferma i venti non dovrebbero superare i 120 chilometri orari.

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