Zubova Polyana (Russia), 26 apr. (LaPresse/AP) – Un tribunale russo ha respinto la richiesta di rilascio anticipato avanzata da Nadezhda Tolokonnikova, una delle ragazze della band punk Pussy Riot in prigione per l’esibizione contro il presidente Vladimir Putin, tenuta il 21 febbraio dello scorso anno nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Tolokonnikova ha chiesto il rilascio anticipato secondo i termini di legge, avendo scontato più di metà della sua condanna a due anni in una colonia penale, dopo essere stata giudicata colpevole per teppismo motivato da odio religioso. Oltre a lei erano state condannate altre due componenti del gruppo, la 24enne Maria Alyokhina e la 30enne Ekaterina Samutsevitch. Quest’ultima è stata scarcerata a ottobre.
Parlando in tribunale, la ragazza presentatasi in uniforme da detenuta blu scuro in stile sovietico e sciarpa al collo, ha detto che la colonia penale in cui è rinchiusa non ha appoggiato la sua richiesta di rilascio anticipato perché, ha spiegato, “non mi sono pentita”. In ogni caso, il pentimento non è una condizione per cui in Russia è assicurato il rilascio anticipato.
Nella loro deposizione, i funzionari della colonia hanno descritto Tolokonnikova come “immune all’etica e alla coscienza”, aggiungendo che “pensa solo a se stessa”. I rappresentanti del carcere hanno inoltre ricordato che la ragazza è stata ripresa per non avere salutato un funzionario della prigione mentre si trovava in ospedale e per essersi rifiutata di uscire a camminare mentre era imprigionata a Mosca.
Gli avvocati difensori di Tolokonnikova, che non ha ancora compiuto 24 anni, hanno chiesto il rilascio anticipato della giovane, in modo che possa occuparsi della figlia di cinque anni. L’avvocato Dmitry Dinze ha inoltre denunciato il fatto che le autorità carcerarie sembrano essere incapaci di curarla adeguatamente per le sue persistenti emicranie.
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