Asuncion (Paraguay), 21 apr. (LaPresse/AP) – Paraguay alle urne oggi per scegliere presidente, membri del Congresso e governatori, in un voto che gli ufficiali sperano possa mettere fine all’isolamento regionale del Paese emerso dopo le dimissioni forzate dello scorso anno del presidente Fernando Lugo.
I CANDIDATI. In tutto sono dieci i candidati. Ma gran parte dei sondaggi vedono in vantaggio l’imprenditore e padrone della squadra di calcio Libertad Horacio Cartes, del Partito Colorado, lo stesso dell’ex dittatore Alfredo Stroessner, che dominò il Paraguay per 35 anni. La formazione politica ha tenuto la presidenza per 61 anni, prima che Lugo salisse al potere. Il principale sfidante è Efrain Alegre dei Liberali radicali, il quale ha già fatto sapere che non accetterà i risultati fino a quando i voti non verranno certificati a maggio. E poi c’è Anibal Carrillo della coalizione di sinistra nota come Fronte Guasù, guidata proprio da Lugo.
PER COSA SI VOTA. Il 3,5 milioni di elettori sono infatti chiamati a eleggere, oltre al presidente, anche il suo vice (entrambi per un mandato di cinque anni), quindi 45 senatori, 80 deputati, 17 governatori e 18 delegati al Parlamento del Mercosur con sede in Uruguay. Milioni di elettori vivono all’estero, soprattutto in Usa, Argentina e Spagna, ma dopo un processo di registrazione elettorale mal finanziato, esprimeranno la propria preferenza solo 22mila elettori che risiedono in altri Paesi. Per la scelta del capo di Stato non è previsto il ballottaggio.
OSSERVATORI INTERNAZIONALI. Il conteggio iniziale sarà annunciato nella notte dalla Corte suprema elettorale del Paraguay, a partire dalle 20 ora locale, le 2 in Italia. Ben 515 gli osservatori internazionali dell’Organizzazione degli Stati americani, la cui missione è guidata dal premio Nobel per la Pace Oscar Arias, quindi di Unione europea, Unasur, Unione delle organizzazione elettorali dell’America latina.
TIMORE BROGLI. Per il timore di possibili brogli, Alegre ha già messo le mani avanti. “Il sistema di rapida trasmissione dei risultati della Corte elettorale – ha dichiarato il leader dei Liberali radicali durante una conferenza stampa – è lo stesso dei conteggi che facciamo noi. Si tratta di strumenti non ufficiali per anticipare i risultati”. Il suo delegato al tribunale, Basilia Vazquez, ha spiegato che il gruppo non riconoscerà alcuni risultato se esso non coinciderà con i numeri interni raccolti dal partito, e fino a che la Corte non diffonderà il conteggio certificato.
DESTITUZIONE DI LUGO. La situazione politica nel Paese sudamericano è precipitata lo scorso anno, quando Lugo, ex vescovo, rappresentante della sinistra, e vincitore delle elezioni nel 2008 venne destituito. La sua presidenza aveva sempre patito la mancanza di una maggioranza al Congresso e veniva spesso ostacolata, nonostante il forte impegno per una riforma agraria che aveva intrapreso. La coalizione con i Liberali Radicali alla fine si sfaldò, unendosi ai Colorados, e votò contro di lui destituendolo nel mese di giugno. Il processo di impeachment è stato criticato come misura anti-democratica dai Paesi vicini che hanno sospeso il Paraguay dalle organizzazioni regionali come Unasur, Mercosur e Celac. Il vicepresidente di Lugo, Federico Franco, che ha assunto la presidenza ad interim, si è detto fiducioso che lo status del Paraguay si normalizzerà dopo che il nuovo presidente avrà assunto l’incarico il 15 agosto.
ALTA POVERTA’. Chi vincerà dovrà confrontarsi con diversi problemi, a partire dalla povertà endemica del Paese che è terzo produttore di soia, mais e girasoli del Sudamerica, una nazione prevalentemente agraria, dove circa l’1% della popolazione controlla il 77% della terra coltivabile. L’Onu stima che oltre la metà degli abitanti del Paraguay viva sotto la soglia di povertà, mentre dati prodotti dall’agenzia nazionale per il censimento, parlano del 39% di poveri.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata