Mosca (Russia), 26 mar. (LaPresse/AP) – Un 18enne russo adottato a 12 anni da una coppia statunitense è tornato in Russia, accusando i genitori adottivi di averlo trattato male. Lo riferiscono media russi vicini al Cremlino, precisando che Alexander Abnosov ha fatto ritorno nella casa della nonna nella città di Cheboksary. In un’intervista al quotidiano Komsomolskaya Pravda, il giovane ha raccontato che la madre adottiva “lo sgridava per qualunque cosa di poca importanza”. Il ragazzo ha ammesso però di aver avuto buoni rapporti con il padre, che gli ha dato 500 dollari per il biglietto per la Russia. A dicembre scorso il governo di Mosca ha approvato un divieto di adozioni di bambini russi da parte di cittadini statunitensi. La legge è una risposta a un provvedimento approvato dal Congresso Usa contro cittadini russi sospettati di violazioni dei diritti umani. Negli ultimi vent’anni circa 60mila bambini russi sono stati adottati da cittadini americani.

La nonna di Abnosov ha raccontato all’emittente tv Rossiya che le autorità le negarono il diritto di adottare il nipote dopo la morte del padre. “Gli chiesi di affidarmi il ragazzo – ha riferito la donna – ma all’epoca ero molto malata e mi dissero che ero troppo vecchia per prendermi cura di lui”. Il ragazzo ha raccontato di aver lasciato la casa, in un sobborgo di Philadelphia, dopo una lite con i genitori adottivi e di avere vissuto per strada per tre mesi. Quando è tornato a casa, i genitori lo hanno mandato via. Non è chiaro quando il ragazzo sia arrivato in Russia.

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