Islamabad (Pakistan), 24 mar. (LaPresse/AP) – L’ex presidente del Pakistan Pervez Musharraf ha posto fine a più di quattro anni di auto-esilio, tornando questa mattina in patria con un volo partito da Dubai. Il volo del politico diretto a Karachi ha lasciato Dubai questa mattina portando, insieme a lui, i sostenitori che sperano l’ex generale possa fare un ritorno politico nelle elezioni parlamentari di maggio.
Tornando in Pakistan, Musharraf si trova affrontare rischi significativi: è considerato un nemico dai militanti islamici per essersi schierato con l’America nella risposta agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, e i talebani del Pakistan hanno giurato di ucciderlo. Il politico affronta inoltre le accuse di essere il mandante dell’assassinio dell’ex primo ministro Benazir Bhutto avvenuto nel 2007.
Appena il suo volo è atterrato all’aeroporto di Karachi, le forze dell’ordine lo hanno portato via in un convoglio di una dozzina di veicoli senza permettergli di salutare le centinaia di sostenitori che lo aspettavano all’aeroporto. Non è chiaro se abbiano arrestato l’ex presidente o se abbiano agito in base alle preoccupazioni per la sua sicurezza.
Musharraf ha preso il potere con un colpo di stato nel 1999 ed è stato costretto a dimettersi nel 2008, a causa del crescente malcontento suo governo. Da allora ha vissuto a Dubai e a Londra. Il viaggio dal suo esilio si pone come il primo passo verso l’obiettivo di ricostruire l’immagine di Musharraf dopo anni ai margini politici. Dal momento che l’ex generale è stato costretto a dimettersi, nel 2008, la leadership civile del Pakistan ha lottato con una economia che affonda, fazioni estremiste islamiche e le tensioni con Washington causati dagli attacchi dei droni e dal raid segreto che ha ucciso Osama bin Laden.
Musharraf, che ha annunciato di portare alle elezioni il suo partito, la All Pakistan Muslim League, rappresenta una forza polarizzante che potrebbe ulteriormente complicare il tentativo del Pakistan di sospendere le elezioni parlamentari di maggio e mettere in scena la prima transizione del Paese da un governo civile ad un altro.
L’ex presidenre è visto come un nemico da molti, tra cui diversi militanti islamici, per la sua decisione di schierarsi con gli Stati Uniti nella risposta agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Solo ieri, i talebani pakistani hanno giurato di mobilitare squadroni della morte per inviare Musharraf “all’inferno” nel caso fosse ritornato. Sempre ieri, secondo quanto riferito dall’esercito, i militanti ha lanciato un’autobomba in un attentato suicida contro un posto di controllo militare nel regione tribale a nord ovest del paese, uccidendo 17 soldati.
I sostenitori di Musharraf, tra cui elementi delle forze armate e membri delle influenti comunità espatriate pakistane, lo considerano un leader forte la cui voce, anche solo in parlamento, potrebbe contribuire a stabilizzare il paese.
Intanto la commissione elettorale del paese ha eletto l’ex presidente della Corte suprema di giustizia come primo ministro ad interim nel periodo precedente le elezioni. La commissione ha scelto Mir Hazar Khan Khoso su quattro candidati, due presentati dal partito di maggioranza uscente, il Partito popolare pakistano, e due dal principale partito di opposizione, il Pakistan Muslim League-N.
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