Nicosia (Cipro), 24 mar. (LaPresse/AP) – Raggiunto l’accordo su Cipro nella notte a Bruxelles. Dopo diversi incontri fra le autorità cipriote e la troika, l’Eurogruppo ha dato il suo benestare al piano che prevede un prestito di salvataggio internazionale da 10 miliardi di euro. In base all’accordo, Cipro dovrà attuare un’ampia ristrutturazione del sistema bancario, ma l’intesa risparmia i correntisti con depositi al di sotto dei 100mila euro. Con l’accordo, Cipro ha scongiurato il rischio di bancarotta e di un’uscita dall’euro.
I NEGOZIATI. Ieri il presidente cipriota Nicos Anastasiades era giunto a Bruxelles insieme al ministro delle Finanze Michalis Sarris e i due hanno partecipato a una serie di incontri in preparazione dell’Eurogruppo, inizialmente fissato per le 18 e poi rimandato alle 21. Fonti vicine ai colloqui avevano riferito di un’atmosfera molto tesa, con i rappresentanti della troika che insistevanono perché Cipro applicasse una ristrutturazione del settore bancario che coinvolga anche Bank of Cyprus, il principale istituto di credito del Paese.Anche i ministri delle Finanze dei Paesi della zona euro erao giunti nel pomeriggio al palazzo Justus Lipsius e da subito si era capito che la serata sarebbe stata lunga. Al suo arrivo, infatti, il ministro Michael Noonan dell’Irlanda, che detiene la presidenza di turno dell’Ue, ha detto che a suo parere “un accordo ci sarà ma arriverà tardi perché ci sono molti dettagli sui quali bisogna accordarsi”.
ANASTASIADES VEDE VAN ROMPUY, LAGARDE E DRAGHI. Prima Anastasiades ha incontrato il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e quello della Commissione Ue, Jose Manuel Barroso. Era poi previsto un incontro con il direttore generale dell’Fmi, Christine Lagarde, e con il presidente della Bce Mario Draghi. Qualunque nuova proposta o accordo venisse fuori da questi incontri, una volta verificata la compatibilità con le condizioni per la sostenibilità del debito di Cipro, dovrebbe essere approvata dall’Eurogruppo di stasera.
DIVERGENZE SU SETTORE BANCARIO. I colloqui fra i rappresentanti di Nicosia e la troika si sono arenati a causa delle divergenze sul settore bancario. Secondo fonti vicine al colloquio, i rappresentanti della zona euro e l’Fmi insistano perché Cipro applichi una ristrutturazione del settore bancario che coinvolga anche Bank of Cyprus, il principale istituto di credito del Paese. Il Parlamento di Nicosia ha già approvato venerdì la ristrutturazione della seconda banca cipriota, Laiki, che ha sofferto pesanti perdite a causa dell’alta esposizione al debito greco e ad altri bad asset. I creditori internazionali, tuttavia, chiedono una ristrutturazione più complessiva del sistema bancario, il cui valore è otto volte superiore al Pil del Paese, che ammonta a 18 miliardi di euro. Una ritrutturazione più complessiva, sostiene la troika, ridurrebbe l’ammontare del prestito di salvataggio necessario al Paese per evitare la bancarotta. Per i creditori, inoltre, è necessario che Nicosia interrompa il modello d’affari usato finora, basato sull’attrarre investitori stranieri, fra cui molti russi, con tassazione bassa sui depositi bancari e una regolamentazione finanziaria flessibile.
ANASTASIADES MINACCIA DIMISSIONI. Secondo l’agenzia di stampa cipriota, Cyprus News Agency, Anastasiades ha reagito alle pressioni dei rappresentanti della troika durante i colloqui di oggi a Bruxelles chiedendo se la loro intenzione fosse quella di farlo dimettere. “Presento una proposta dopo l’altra” ma la risposta sono dei no, “volete costringermi a dimettermi?”, avrebbe detto il presidente cipriota ai rappresentanti di Ue e Fmi. “Se è questo che volete, allora semplicemente ditemelo”, avrebbe aggiunto Anastasiades.
NEGOZIATI IN FASE DELICATA. A Nicosia stanotte si sono prolungati fino a tardi i negoziati al palazzo presidenziale fra Anastasiades, i leader politici e i rappresentanti della troika. Alla fine nessuna intesa e per questo si è deciso di continuare a trattare a Bruxelles. “I negoziati sono in una fase molto delicata”, ha spiegato al termine dell’incontro un portavoce del governo cipriota, Christos Stylianides. “La situazione è molto difficile e i margini di manovra molto limitati”, ha aggiunto. Un fallimento dei negoziati costringerebbe Cipro a dichiarare la bancarotta fra soli due giorni e porterebbe probabilmente Nicosia fuori dalla zona euro. Da Bruxelles Anastasiades sarà in contatto costante con i leader politici ciprioti che saranno riuniti al palazzo presidenziale, ha spiegato il portavoce del governo.
GERMANIA: EVITEREMO DEFAULT, MA NIENTE RICATTI. Da Berlino intanto arrivano rassicurazioni ma anche condizioni. “Se è possibile vogliamo evitare che Cipro scivoli nell’insolvenza” ma “è noto che io non mi faccio ricattare da niente e nessuno”, ha dichiarato il ministro delle finanze della Germania Wolfgang Schaeuble in un’intervista al giornale tedesco Welt am Sonntag. Si torna a discutere a Bruxelles, infatti, perché martedì il Parlamento di Cipro ha bocciato la proposta iniziale per il salvataggio, che prevedeva l’ipotesi di un prelievo forzoso dai depositi bancari. Schaeuble ha sottolineato che i tempi sono essenziali. La Banca centrale europea, infatti, ha annunciato che da domani interromperà i finanziamenti alle banche cipriote se non sarà in campo un nuovo piano. “Cipro intraprenderà un cammino duro, qualunque sia la strada, ma questa non è la conseguenza della testardaggine dell’Europa, piuttosto di un modello di affari che non funziona più”, ha detto il ministro tedesco.
COSA SI DEVE DECIDERE. La corsa contro il tempo su Cipro è per stabilire le misure attraverso le quali il Paese possa raccogliere 5,8 miliardi di euro. Questa è infatti la cifra necessaria a Nicosia per ottenere da Unione europea e Fondo monetario internazionale il prestito di salvataggio da 10 miliardi di euro. Per evitare il default o il collasso del suo sistema bancario, Cipro ha bisogno di molto di più che 10 miliardi di euro, ma il motivo per cui i creditori internazionali non vogliono offrire di più è che con un prestito più alto il debito del Paese salirebbe a livelli non sostenibili. È per questo che a Nicosia si chiede di raccogliere parte del denaro. Quello che ci si attende oggi è un accordo di massima a livello politico, i dettagli tecnici potrebbero essere stabiliti anche nei prossimi giorni.
RISCHIO BANCAROTTA E USCITA DA EURO. Se Cipro non riuscirà a raccogliere i 5,8 miliardi e ad assicurarsi così il prestito di salvataggio internazionale, le banche potrebbero crollare entro pochi giorni dal momento che la Bce ha informato che, in assenza di un accordo, domani smetterà di finanziare gli istituti di credito dell’isola. I membri della zona euro, dal canto loro, temono che la bancarotta e l’eventuale uscita di Cipro dall’euro avrebbero ricadute catastrofiche sui mercati.
PRELIEVO FORZOSO E NO DEL PARLAMENTO. Il piano originario, sul quale Cipro e i partner della zona euro si erano accordati la scorsa settimana, prevedeva l’imposizione del cosiddetto prelievo forzoso. In pratica si trattava dell’introduzione di una tassa una tantum sui depositi bancari di Cipro, inizialmente fissata al 6,76% per i titolari di conti nelle banche cipriote inferiori a 100mila euro e al 9,9% per i titolari di depositi superiori ai 100mila euro. Queste percentuali iniziali erano state però emendate prima di essere sottoposte al voto del Parlamento martedì, in modo da tutelare i piccoli risparmiatori non tassando i depositi sotto i 20mila euro. L’aula aveva però bocciato il piano. Da lì è ripartita la maratona dei negoziati, mentre la Russia ha fatto sentire la sua voce visto che gran parte dei depositi bancari a Cipro appartengono a correntisti russi e ammontano a cifre molto alte.
NORME APPROVATE E IPOTESI SUL TAVOLO. Una prima svolta è arrivata venerdì sera, quando il Parlamento cipriota ha approvato tre leggi cruciali: una prevede l’introduzione di restrizioni sulle transazioni finanziarie, un’altra istituisce un fondo di solidarietà per raccogliere investimenti e contributi e la terza legge chiave prevede la ristrutturazione delle banche in difficoltà, tra cui Laiki Bank che è la seconda del Paese. Tramite la ristrutturazione approvata venerdì, le autorità cipriote ritengono che resteranno da raccogliere 3 miliardi dei 5,8 miliardi richiesti. Ed è su questo che bisogna accordarsi. L’ipotesi del prelievo forzoso rimane sul tavolo, ma sulle modalità ci sono diverse versioni, una delle quali prevede di tassare fino al 25% i depositi sopra i 100mila euro presso Banca di Cipro, la banca principale del Paese e la più esposta al debito greco. Intanto le banche a Cipro sono rimaste chiuse tutta la settimana e resteranno chiuse fino a martedì. I contanti erano dispobibili tramite gli sportelli bancomat, ma molti si sono esauriti in fretta.
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