Kabul (Afghanistan), 20 mar. (LaPresse/AP) – La coalizione internazionale impegnata in Afghanistan ha trovato un accordo con il presidente Hamid Karzai per il ritiro graduale delle forze Usa dalla provincia di Wardak. Il ritiro partirà dal distretto di Nerkh per poi passare agli altri. L’accordo è stato siglato tra Karzai e il generale Joseph Dunford. Le forze straniere saranno sostituite da quelle afghane. Durante una conferenza stampa a Kabul, il portavoce del ministero della Difesa afghano, il generale Zahir Azimi, ha confermato l’intesa.
L’accordo segna una vittoria per il presidente Karzai, che in passato ha accusato le truppe statunitensi di aver commesso gravi violazioni dei diritti umani nella provincia interessata. Tuttavia, sia Usa sia Afghanistan hanno espresso preoccupazione per l’inesperienza delle forze di sicurezza locali. Timori aumentati dal fatto che Wardak e la vicina provincia di Logar vengono spesso usate come base dai talebani e dagli insorti della rete Haqqani per lanciare attacchi contro la capitale Kabul. Parlando prima dell’annuncio dell’accordo, il portavoce di Karzai, Aimal Faizee, ha spiegato che le forze di sicurezza afghane prenderanno in controllo della provincia solo alla fine, in modo che il trasferimento graduale possa essere “un periodo di prova”.
Il difficile rapporto tra esercito Usa e autorità locali si è inasprito ulteriormente negli ultimi giorni, dopo le accuse da parte di Faizee, secondo cui un americano afghano che lavora con le forze speciali Usa è stato ripreso mentre abusava di un sospetto, su ordini americani. Accuse che il comandante Dunford tuttavia respinge poiché, sostiene, l’uomo non lavorava con le forze americane al momento dell’episodio.
Intanto, le violenze nel Paese non si fermano. Almeno quattro persone sono morte questa mattina nella provincia di Helmand, quando la polizia ha aperto il fuoco contro una manifestazione che si stava tenendo nel distretto di Musa Quala. I manifestanti sembra stessero protestando per una sospetta dissacrazione del Corano da parte di un agente della polizia. Secondo il portavoce del governo provinciale Ahmad Zarak, l’intervento delle forze di sicurezza è scattato dopo che alcuni “militanti” si sono infiltrati tra i dimostranti e hanno iniziato a sparare dal centro della folla. Tuttavia, uno dei manifestanti, Obaidullah Jan, riferisce ad Associated Press che i dimostranti non hanno assolutamente sparato, ma la polizia ha aperto il fuoco quando la folla si è avvicinata a circa 100 metri dagli agenti. Jan parla di un bilancio ben più grave di quello fornito dall’ufficio del governatore.
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