Caracas (Venezuela), 6 mar. (LaPresse/AP) – Un rivoluzionario. Una figura per molti controversa. Sicuramente un uomo che ha lottato per il suo Paese e l’indipendenza dell’intera America latina. Erano passati pochi minuti dalla notizia della morte di Hugo Chavez, quando sono iniziate ad arrivare le reazioni di tutto il mondo. Amato dagli altri leader sudamericani, molti dei quali lo ritengono una guida politica, guardato con sospetto dagli Stati Uniti, con cui i rapporti non sono mai stati facili.

RAUL CASTRO: UN FIGLIO PREDILETTO. Commosse sono giunte le parole del presidente cubano Raul Castro. “Il popolo cubano – ha dichiarato in televisione – lo vedeva come uno dei suoi figli prediletti. È stato con profondo e straziante dolore che il nostro popolo e il governo rivoluzionario hanno appreso la notizia della morte di Hugo Rafael Chavez Frias”. Cuba, dove il leader bolivariano è stato più volte operato e curato molti mesi, ha dichiarato due giorni di lutto nazionale e ordinato l’esposizione a mezz’asta delle bandiere.

IN ARGENTINA TRE GIORNI DI LUTTO. Grande partecipazione anche dall’Argentina, dove la ‘presidenta’ Cristina Fernandez, vedova di Nestor Kircher, ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. La Fernandez, che si era recata anche a Cuba a trovare l’alleato venezuelano ricoverato all’Avana, ha già fatto sapere che andrà a Caracas per i funerali che si terranno venerdì. Così farà anche il capo di Stato dell’Uruguay, José Mujica.

MORALES: E’ PIU’ VIVO CHE MAI. Anche Evo Morales, presidente della Bolivia, ha dato l’annuncio della morte dell’alleato intervenendo in televisione. Hugo Chavez, ha detto commosso, “è più vivo che mai” e “continuerà a essere un’ispirazione per tutti i popoli che lottano per la libertà”. Chavez, ha proseguito Morales, “sarà sempre presente in tutte le regioni del mondo e in tutti i settori sociali. Sarà sempre con noi, ci accompagnerà sempre”. Parole a cui fanno eco quelle del governo del Nicaragua. Chavez, ha detto Rosario Murillo, moglie e portavoce del presidente del Nicaragua Daniel Ortega, “è uno di quei morti che non muoiono mai. Siamo tutti Chavez”. Sulla stessa linea il presidente dell’Ecuador Rafael Correa, che ha commentato: “Abbiamo perduto un rivoluzionario, ma milioni di noi resteranno ispirati da lui”.

OBAMA: NUOVO CAPITOLO PER VENEZUELA. Meno tenere, come previsto, le parole provenienti da Washington. “Mentre il Venezuela inizia un nuovo capitolo della sua storia – ha detto in una nota il presidente Barack Obama – gli Stati Uniti rimangono impegnati a promuovere i principi democratici, lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani”. Obama ha quindi riaffermato il sostegno di Washington per il “popolo venezuelano e il suo interesse a sviluppare relazioni costruttive con il governo” di Caracas. Le dispute tra Venezuela e Usa sono state molte negli ultimi anni, compreso un forte conflitto diplomatico che ha visto nel 2008 il governo del Venezuela cacciare dal territorio nazionale l’ambasciatore Usa. Solo ieri, il vice presidente Nicolas Maduro è tornato a scagliarsi contro Washington, attribuendo la malattia di Chavez a un possibile attacco nemico e puntando il dito proprio contro Usa e nemici del governo interni al Paese, responsabili di “una guerra psicologica e sporca”. “Hanno cercato il modo di danneggiare la salute del nostro comandante. Servirà una commissione speciale. Abbiamo già delle piste”, ha dichiarato Maduro.

BAN KI-MOON: HA DATO IMPULSO A INTEGRAZIONE REGIONALE. Diverso il ricordo del segretario delle Nazioni unite Ban Ki-moon che si è detto “rattristato” dalla scomparsa e ha sottolineato come Chavez abbia “sostenuto le sfide e le aspirazioni dei venezuelani più vulnerabili”, e fornito “un decisivo impulso all’integrazione regionale, a partire da una visione prettamente latinoamericana, oltre a mostrare solidarietà con le altre nazioni dell’emisfero”. Il numero uno dell’Onu ha quindi ricordato il “contributo di vitale importanza” che Chavez ha dato ai “colloqui di pace che si stanno tenendo in Colombia tra il governo del presidente Juan Manuel Santos e le Farc”.

RUSSIA: UN GRANDE POLITICO. Forte il cordoglio anche da parte del governo russo, tra i principali alleati di Caracas. Chavez “è stato un grande politico per il suo Venezuela, per l’America latina e per il mondo”, ha dichiarato da New York l’ambasciatore di Mosca alle Nazioni unite Vitaly Churkin, che poi ha aggiunto: “Ha giocato un ruolo molto importante nello sviluppo delle relazioni fra Venezuela e Russia, per questo siamo molto tristi per la notizia”.

JIMMY CARTER: VICINO AGLI ABBANDONATI. Tra i leader mondiali che hanno espresso parole di vicinanza e rispetto per il lavoro di Chavez, anche l’ex presidente Usa Jimmy Carter, più volte osservatore internazionale per tornate elettorali in tutto il mondo, tra cui proprio quelle nel Paese sudamericano. Lo scorso anno, in vista del voto, non esitò a definire il sistema elettorale venezuelano come il “migliore del mondo”. Chavez, ha detto dopo la sua scomparsa, “sarà ricordato per la sua coraggiosa lotta per l’autonomia e l’indipendenza dei governi in America latina. Abbiamo conosciuto un uomo che ha espresso la volontà di portare profondi cambiamenti al suo Paese, a beneficio soprattutto delle persone che si sentivano abbandonate e messe ai margini”. “Nonostante non fossimo sempre d’accordo con i metodi seguiti dal suo governo – ha aggiunto l’ex inquilino della Casa Bianca – non abbiamo mai dubitato dell’impegno di Hugo Chavez per il miglioramento della vita di milioni dei suoi compatrioti”.

OLIVER STONE: PIANGO UN EROE, UN AMICO. Tra i più addolorati per la scomparsa del presidente, il regista americano Oliver Stone, autore del documentario ‘A sud del confine’, che racconta proprio il fenomeno Chavez. “Piango un uomo che è stato un grande eroe per la maggioranza del suo popolo e per quelli che lottano nel mondo”, ha scritto su Twitter, aggiungendo: “Odiato dalle classi radicate, Hugo Chavez vivrà per sempre nella storia. Amico mio, riposa finalmente nella pace che ti sei guadagnato”.

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