Phoenix (Arizona, Usa), 31 gen. (LaPresse/AP) – È morta una delle tre persone rimaste ferite nella sparatoria avvenuta ieri in un complesso di uffici a Phoenix, in Arizona. Intanto la polizia continua le ricerche del sospetto, identificato come il 70enne Arthur Douglas Harmon e definito “armato e pericoloso”. La vittima è il 48enne Steve Singer. I feriti sono invece un uomo di 43 anni e una donna 32enne, ma non sono in pericolo di vita. “Crediamo che i due uomini fossero l’obiettivo, non si è trattato di una sparatoria casuale”, ha detto il portavoce della polizia di Phoenix, Tommy Thompson. Secondo le autorità, Harmon ha agito da solo ed è fuggito dal luogo della sparatoria in macchina. L’uomo avrebbe inoltre aperto il fuoco contro una persona che aveva cercato di seguirlo per segnare il numero della targa della sua auto.

Pare che la sparatoria sia avvenuta nei pressi di uno studio legale dove il responsabile doveva andare per un incontro di mediazione mirato a risolvere una disputa di lavoro. Ad aprile l’uomo aveva infatti avviato una causa contro la società Fusion Contact Centers, che gli aveva commissionato dei lavori di ristrutturazione ma a suo parere non aveva poi rispettato il contratto. La vittima della sparatoria, Steve Singer, era l’amministratore delegato dell’azienda. L’uomo rimasto ferito, invece, Mark Hummels, è un avvocato dello studio legale Osborn Maledon, che era coinvolto nell’incontro di mediazione. Hummels, ha fatto sapere l’ufficio, “stava rappresentando un cliente nel corso di un incontro di mediazione” quando è rimasto colpito da un’arma da fuoco. Alcuni documenti del tribunale confermano che il responsabile della sparatoria doveva presentarsi nella sede di uno studio legale nell’edificio in cui poi è avvenuta la sparatoria.

Il contenzioso fra Harmon e Fusion Contact Centers era sorto dopo che la ditta lo aveva ingaggiato per lavori di ristrutturazione in alcuni uffici. L’uomo riteneva che i termini economici del contratto non fossero stati rispettati. Ieri unità speciali Swat avevano circondato una casa situata a circa 10 chilometri dal luogo della sparatoria, che era stata venduta l’anno scorso da Harmon a suo figlio per 26mila dollari. Inizialmente agenti pensavano che il sospetto si trovasse all’interno dell’edificio e hanno chiesto un mandato di perquisizione, ma l’uomo non era lì.

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