Sevare (Mali), 29 gen. (LaPresse/AP) – Dopo essere arrivati ieri in città, l’esercito locale e le truppe francesi confermano di avere il pieno controllo di Timbuctù, in Mali. Intanto, i ribelli tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad fanno sapere di essere riusciti a sottrarre il controllo della città strategica di Kidal e di altri sette centri settentrionali del Paese ai militanti islamici. Kidal, proprio insieme a Timbuctù è Gao, è una delle importanti capitali provinciali del nord del Mali strappate all’autorità centrale da parte dei militanti islamici lo scorso anno.

LA CONQUISTA DI TIMBUCTU’. A dare notizia della presa di Timbuctù, è stato il portavoce dell’esercito del Mali, Modibo Traoré, il quale ha spiegato che le forze armate locali da ieri sera stanno mantenendo le loro posizioni in città. Alcune fotografie diffuse dall’esercito francese mostrano la popolazione della città celebrare l’arrivo dei soldati, dove gli islamisti hanno costretto nei mesi scorsi le donne a coprirsi con il velo e hanno applicato le norme della sharia. Felici anche i residenti locali che, in seguito all’avanzata dei militanti, nei mesi passati sono fuggiti in altre aree del Paese. “Nel cuore della gente del nord del Mali è un sollievo, una liberazione finalmente”, commenta Cheick Sormoye, cittadino di Timbuctù fuggito nella capitale Bamako.

IL ROGO DEI MANOSCRITTI. Restano però il dolore e il rimpianto per il rogo della biblioteca che conservava molti manoscritti antichi, di inestimabile valore. “È davvero allarmante che questo sia successo. Hanno incendiato tutti i manoscritti antichi importanti, libri antichi di geografia e scienze. È la storia di Timbuctù e della sua gente”, ha commentato ieri il sindaco. Parole a cui fanno eco oggi quelle dello studioso Michael Covitt, che definisce il rogo “una profanazione per l’umanità”. “Questi manoscritti – aggiunge – sono insostituibili. Riportano la saggezza dei secoli e sono la scoperta più importante dai Rotoli del Mar Morto”.

MNLA A KIDAL. Una nuova svolta alla situazione arriva intanto da Kidal. Rivendicando la presa della città, questa mattina i tuareg laici dell’Mnla hanno spiegato di essere votati pienamente alla “lotta contro le organizzazioni terroristiche” e promettono che lavoreranno al fianco delle truppe francesi impegnate sul terreno. Ma il gruppo, aggiungono, rifiuta “categoricamente” un ritorno dell’esercito maliano nel nord del Paese africano, accusando le truppe di commettere esecuzioni sommarie sui civili. La decisione di “riprendere queste località con urgenza”, si legge ancora in una nota pubblicata sul sito della formazione, è volta a “garantire la sicurezza dei beni e soprattutto delle persone, a causa del grave pericolo rappresentato dall’esercito del Mali, che marcia sulle orme di quello francese”. L’Mnla è stato un importante attore nelle prime settimane della rivolta contro l’autorità centrale, ad aprile scorso, ma è poi stato cacciato dai gruppi di estremisti.

MISSIONE ADDESTRAMENTO UE. Nel frattempo, gli sforzi internazionali per garantire il successo dell’iniziativa francese si consolidano. Questa mattina, i rappresentanti dell’Ue si sono incontrati a Bruxelles per stabilire i termini per l’invio di personale e altri aiuti per la futura missione di addestramento militare. Un funzionario ha spiegato che, in base ai piani, il contingente sarà di 500 persone, metà delle quali addestratori. L’obiettivo della missione è trasformare l’esercito maliano in una forza che possa controllare i vasti territori del Paese una volta che le forze internazionali saranno arrivate nel nord per combattere i ribelli islamici. Gli addestratori lavoreranno vicino a Bamako, la capitale, e non saranno coinvolti in combattimento.

240 SOLDATI BRITANNICI. Un grande contributo all’intervento francese arriva da Londra. Il governo britannico ha infatti comunicato questa mattina di essere pronto a inviare 200 militari nei Paesi dell’Africa occidentale per addestrare le truppe, e 40 direttamente in Mali, proprio come parte della missione dell’Unione europea.

DONATORI: SERVONO 960 MILIONI DI DOLLARI. Dall’Etiopia intanto, dove si è tenuta la conferenza internazionale dei donatori, Paesi africani e occidentali hanno promesso che stanzieranno 455,5 milioni di dollari per l’Afisma, la missione internazionale a sostegno del Mali e guidata dai Paese africani. L’Afisma, spiega l’Unione africana, aveva necessità di un budget iniziale da 461 milioni di dollari, ma il sostegno aggiuntivo necessario all’esercito locale e alle truppe africane dell’Ecowas hanno portato a 960 milioni di dollari le finanze necessarie in totale. In generale, l’Ue ha garantito 67 milioni di dollari; la Germania 20 milioni e un terzo aereo per trasportare le truppe africane; il Regno Unito ha garantito che invierà una nave per il trasporto di equipaggiamenti e truppe francesi, e permetterà ad alleati come gli Stati Uniti di operare missioni di rifornimento dalle basi britanniche; il Giappone ha annunciato 120 milioni di dollari in aiuti e per il sostegno dei rifugiati; gli Usa dovrebbero contribuire con 96 milioni di dollari.

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