Lubiana (Slovenia), 24 gen. (LaPresse/AP) – La situazione politica della Slovenia è sempre più in bilico. Nonostante la rottura della coalizione di governo, il primo ministro Janez Jansa respinge ogni ipotesi le dimissioni. Ieri il partito Lista civica aveva lasciato l’esecutivo proprio perché Jansa, accusato di corruzione, si è rifiutato di fare un passo indietro. Secondo un rapporto diffuso recentemente da un gruppo indipendente, il premier non avrebbe dichiarato oltre 200mila euro in patrimonio privato. Oggi i ministri della Giustizia e delle Finanze, entrambi membri di Lista civica, hanno presentato le dimissioni, che dovranno essere confermate dal Parlamento.

Jansa smentisce ogni accusa e oggi, in una conferenza stampa, ha provato a spiegare la propria decisione. Chiamare ora il popolo alle urne, ha detto, sarebbe una soluzione sbagliata per il Paese, che sta cercando di evitare un prestito internazionale. “La Slovenia – ha aggiunto – non può permettersi di tenere elezioni anticipate in questo momento”. Secondo il premier, le due soluzioni per uscire dalla crisi politica sono la formazione di un nuovo governo da parte del Parlamento oppure il raggiungimento di un consenso politico più ampio sulle misure contro la crisi da adottare prima delle prossime elezioni. Ma, ha sottolineato Jansa, “nessuna delle due soluzioni è nelle mani del primo ministro”. L’attuale governo fu formato dopo le elezioni anticipate di dicembre del 2011, organizzate in seguito al crollo del precedente esecutivo di centro-sinistra. Il premier ha quindi fatto sapere che resterà in carica fino a quando non sarà sfiduciato da un voto o quando non verrà trovato un accordo politico più ampio.

Intanto il gruppo che ha preparato il rapporto sulla corruzione ha puntato il dito anche contro il leader dell’opposizione, Zoran Jankovic, accusato di non aver chiarito in che modo ha guadagnato circa 2,4 milioni di euro. Negli ultimi mesi la Slovenia è stata scossa da proteste di massa contro le misure di austerità decise dal governo. Nel terzo trimestre del 2012 il Pil del Paese aveva registrato una contrazione del 3,3% rispetto al 2011. Jansa insiste sul fatto che, prima di tenere nuove elezioni, il governo debba approvare un pacchetto di austerità mirato a ridurre le spese.

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