Anchorage (Alaska, Usa), 4 gen. (LaPresse/AP) – Si teme un disastro ambientale dopo che la piattaforma petrolifera Kulluk di Shell è rimasta incagliata lunedì al largo della costa di un’isola disabitata nel golfo dell’Alaska. Le condizioni meteorologiche estreme rendono difficili le operazioni di salvataggio e solo nelle ultime ore una squadra di soccoritori è riuscita ad avvicinarsi. Il gruppo ha verificato che la piattaforma è stabile e in posizione verticale, ma ha subìto danni ai generatori e al ponte superiore.

AL MOMENTO NESSUNA PERDITA DI CARBURANTE. La Kulluk si era arenata lunedì notte, dopo la rottura dei cavi di traino con cui era legata a un rimorchiatore. I 17 membri dell’equipaggio sono stati portati via in elicottero. Secondo la guardia costiera, per il momento non ci sono indicazioni di una fuoriuscita di carburante. La piattaforma ha 81 metri di diametro e trasporta oltre 530mila litri di diesel e 45.400 litri di olio lubrificante e idraulico. In mezzo è posizionata una torre di perforazione alta 50 metri. Negli ultimi mesi la Kulluk aveva effettuato perforazioni nel mare di Beaufort. L’incidente è avvenuto vicino al Parco nazionale di Kodiak mentre la piattaforma veniva rimorchiata a Seattle per manutenzione.

A BORDO STA ENTRANDO ACQUA, DANNI AI GENERATORI. Sean Churchfield di Shell ha fatto sapere che i soccorritori hanno trovato alcune fessure tramite le quali l’acqua sta entrando dentro la piattaforma. Per il momento, ha spiegato Churchfield, le operazioni sono in fase iniziale e gli esperti dovranno valutare se e quando sarà possibile spostare la piattaforma. Inoltre i danni ai generatori implicano che i soccorritori dovranno lavorare senza la corrente oppure portare a bordo dei generatori esterni.

L’ALLARME DEGLI AMBIENTALISTI. A seguito dell’incidente gli ambientalisti hanno lanciato nuovamente l’allarme contro le trivellazioni nell’Artico. La Coalizione per l’energia sostenibile e l’ambiente della Camera dei Rappresentanti Usa, composta da 45 deputati democratici, ha chiesto al dipartimento dell’Interno e alla guardia costiera di avviare un’indagine congiunta sull’accaduto.

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