Praga (Repubblica Ceca), 3 dic. (LaPresse/AP) – L’eventuale uso di armi chimiche da parte del regime siriano è una “linea rossa” per l’amministrazione Obama e provocherebbe una risposta degli Stati Uniti. Lo ha detto il segretario di Stato americano, Hillary Rodham Clinton, in visita oggi a Praga. Anche il presidente Barack Obama aveva in passato definito lo schieramento o l’uso di armi chimiche da parte del governo del presidente Bashar Assad come una “linea rossa” per un possibile intervento di Washington nella guerra civile in corso in Siria. Posizione ribadita in serata dal portavoce della Casa Bianca Jay Carney.

“Abbiamo spiegato la nostra posizione molto chiaramente: si tratta di una linea rossa per gli Stati Uniti”, ha dichiarato la Clinton. “Non ho intenzione di fornire dettagli su cosa faremmo se avessimo prove credibili dell’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad contro il popolo siriano”, ha detto ancora il segretario di Stato che poi ha aggiunto: “Basti dire che abbiamo sicuramente intenzione di agire se questo dovesse succedere”. La Clinton ha notato che le azioni di Assad sono state deplorevoli, ma l’uso di armi chimiche significherebbe il passaggio a un altro livello. “Ancora una volta – ha affermato la rappresentante del governo americano – abbiamo avvertito con forza il regime di Assad. Il loro comportamento è disdicevole e le loro azioni nei confronti del popolo sono state tragiche. Ma non c’è dubbio che esista una linea tra gli orrori commessi finora contro il popolo siriano e l’uso di armi chimiche, passo che sarebbe condannato a livello internazionale”.

La Clinton non ha voluto però commentare le ultime notizie giunte da fonti di intelligence sui presunti spostamenti di armi chimiche. Sempre in giornata, un funzionario della Difesa americano aveva fatto sapere che, secondo informazioni internazionale, il regime siriano avrebbe trasferito nei giorni scorsi componenti di armi chimiche dai depositi. La settimana passata, ha fatto sapere il funzionario, ufficiali dell’intelligence statunitensi e di altri Paesi hanno rivelato attività in più di un sito di stoccaggio di armi chimiche in Siria. Gli ufficiali, ha spiegato l’uomo, non si aspettano azioni imminenti con l’uso delle armi, ma stanno cercando di capire quali siano le intenzioni del regime di Damasco.

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