Washington (Usa), 14 nov. (LaPresse/AP) – Prima conferenza stampa dopo la rielezione alla presidenza per Barack Obama, in cui ha affrontato lo spinoso tema del fiscal cliff, il precipizio fiscale che potrebbe portare l’economia americana alla recessione. Perché sia evitato, ha detto di essere “aperto al compromesso e a nuove idee” e ha chiesto a democratici e repubblicani al Congresso di “cercare una soluzione congiunta”. Tutelando la classe media, eliminando gli sgravi fiscali al 2% degli americani più ricchi ed evitando che le tasse si alzino per il restante 98%. Il presidente ha anche risposto alle domande dei giornalisti su diversi argomenti, dal caso Petraeus, all’attacco al consolato di Bengasi, al nucleare iraniano, alla guerra in Siria.

FISCAL CLIFF: SOLUZIONE CONDIVISA. “L’unico modo x risolvere questa crisi è farlo congiuntamente, sono aperto al compromesso e a nuove idee”, ha dichiarato Obama, dicendo di sperare che la questione si risolva con il raggiungimento di un accordo entro la fine della settimana. “Ci troviamo di fronte a una scadenza molto chiara che richiede scelte precise sul lavoro, questa scadenza è stata scelta da etrambi i partiti e servono decisioni responsabili ed equilibrate”, ha detto.

SALVAGUARDARE LA CLASSE MEDIA. “Ci sono 2 modi per affrontare la crisi fiscale. La prima: se il governo resta inerte aumenteranno le imposte degli americani, tra cui il 98% che guadagna meno di 250mila dollari e il 97% delle imprese. Non possiamo permetterci questo scenario e nemmeno le famiglie”, ha detto Obama. E ha proseguito: “La seconda: approvare una legge che eviti qualsiasi precipizio fiscale, quindi qualsiasi aumento dell’imposizione sui cittadini che guadagnano meno di 250mila dollari l’anno. Il senato ha già approvato la seconda soluzione, spero che anche il Congresso lo faccia”.

BASTA SGRAVI FISCALI AL 2% RICCO. “Il 2% dei cittadini più agiati non deve più avere sgravi fiscali, non ne ha bisogno. Questo ci costa quasi mille miliardi di dollari”, ha detto Obama. “Dobbiamo evitare un accesso troppo facile ad alcuni sgravi particolari”, ha aggiunto. E ha promesso di tutelare la classe media: “Dobbiamo mantenere basse le tasse alla classe media, per darle certezze prima delle vacanze di Natale”. “So che ce la faremo, sono fiducioso”, ha aggiunto.

CASO PETRAEUS. “Sono tutti innocenti fino a prova contraria, non vogliamo emettere giudizi prima del tempo”. Così il presidente americano si è espresso sullo scandalo che ha portato alle dimissioni del direttore della Cia David Petraeus. “In questo momento non dovremmo immischiarci nelle indagini penali”, ha aggiunto Obama. E sul rischio che nel caso siano trapelate informazioni che possano mettere in pericolo la sicurezza nazionale, ha detto: “Da quanto ho visto io, non c’è alcuna prova che ci siano stati danni alla sicurezza pubblica”.

ATTACCO BENGASI. “Chi critica l’ambasciatrice all’Onu Susan Rice per l’attacco di Bengasi dovrebbe farlo con me, non con lei”. Obama ha aggiunto: “Il nostro mandato è proteggere la vita degli americani, che ho mandato io lì. Chi pensa diversamente non sa come funziona il dipartimento di Stato, della Difesa”.

SIRIA: NON RICONOSCIAMO OPPOSIZIONE COME GOVERNO. “Non siamo ancora pronti a riconoscere l’opposizione siriana come un governo in esilio, ma crediamo che sia comunque un gruppo rappresentativo a livello ampio”. Così Obama ha risposto a una domanda sul conflitto civile in Siria e sulla Coalizione nazionale siriana per le forze rivoluzionarie e di opposizione. “Consideriamo questa organizzazione – ha concluso – come un legittimo rappresentante delle aspirazioni del popolo siriano”, ma abbiamo bisogno di più tempo per capire se l’opposizione “vuole davvero una Siria democratica, inclusiva e moderata”.

IRAN: ANCORA TEMPO PER UNA SOLUZIONE. Secondo Obama c’è ancora tempo per risolvere la disputa tra Stati Uniti e Iran sul controverso programma nucleare di Teheran. Ci dev’essere un modo per l’Iran di avere “un programma nucleare pacifico”, nel rispetto degli obblighi internazionali e garantendo che non sia in corso lo sviluppo di armi atomiche, ha continuato Obama. “Non posso promettervi che l’Iran intraprenderà la strada che dovrebbe”, ha però sottolineato il presidente, aggiungendo che una soluzione diplomatica alla disputa è quanto vorrebbe. La Casa Bianca ha suggerito l’intenzione di avviare colloqui bilaterali con l’Iran, ma al momento non è ancora stato raggiunto un accordo a riguardo.

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