New York (New York, Usa), 1 nov. (LaPresse) – Dopo il passaggio di Sandy, New York prova a tornare alla normalità. Ingorghi e file chilometriche per prendere l’autobus sono tra le difficoltà principali che i residenti dello Stato di New York si trovano ad affrontare a tre giorni dal passaggio della perturbazione che negli Usa ha provocato 90 vittime, tra cui 38 nella Grande Mela e nei suoi sobborghi settentrionali. Arrivare in città dalle zone limitrofe è un incubo, e molti distributori di benzina sono ormai a corto di riserve dato l’eccesso di domanda. Molta gente parte da abitazioni senza luce e senza acqua calda, e rimane bloccata nel traffico per ore, nella speranza di raggiungere il proprio posto di lavoro a Manhattan. “Siamo partiti tre ore fa, abbiamo fatto solo venti chilometri e la benzina sta finendo. Abbiamo provato già due distributori e non ne avevano”, ha detto questa mattina una coppia di impiegati.

“Vivo a Westchester, a casa non ho corrente, e venire a Manhattan è uno strazio, anche partendo alle 5 di mattina. Se riesco a trovare un hotel che abbia la luce, resto a Manhattan fino a venerdì”, commenta invece un trader di Société Générale, che poi aggiunge: “Mi dispiace lasciare la mia famiglia a casa al buio, ma non ho scelta”. In diversi autobus, dopo ore di fila, si trovano solo posti in piedi. Qualche coraggioso ha deciso di avventurarsi verso Manhattan a piedi, pur di tornare a lavorare e uscire da abitazioni o rifugi che sono divenuti prigioni. “Cammino da due ore. Spero di raggiungere il mio negozio tra un’ora e mezza. Al ritorno non ci penso ancora”, spiega un commerciante.

La Metropolitan Transportation Authority (Mta) ha iniziato a rendere operativi, nella parte nord di Manhattan, alcuni tratti di rete metropolitana ed alcuni percorsi di treni dalle 6 di questa mattina. Nello sforzo di ridurre il traffico, il sindaco Michael Bloomberg ha annunciato che sui ponti sull’East River, sul Robert F. Kennedy-Triborough, sull’Henry Hudson Bridge, in alcuni tunnel e sulle arterie maggiori che portano a New York City, i veicoli privati che viaggiano in direzione di Manhattan devono avere almeno tre passeggeri. In supplemento al servizio limitato di metropolitana da Brooklyn a Manhattan, è stato allestito un sistema di ‘bus bridge’, anch’esso iper-affollato. I newyorkesi sono invitati alla pazienza, ma la frustrazione cresce. Anche gli express bus sono costretti ad utilizzare le strade cittadine, data l’impossibilità di passare nei tunnel allagati e ciò non fa che rallentare ulteriormente il traffico.

Secondo quanto riporta la Mta, Sandy è stata il più grande disastro della storia dell’agenzia di trasporti, nata 108 anni fa. Il servizio di autobus a sud della 23ma strada è stato fermato ieri notte per “condizioni pericolose”, ma è ripreso questa mattina. I tre aeroporti della zona (LaGuardia, Newark e Jfk) sono stati riaperti, ma offrono un servizio limitato. La Consolidated Edison ha ripristinato due linee elettriche in città, ma ci sono ancora oltre 600mila persone senza corrente nei cinque distretti newyorkesi. La compagnia sta distribuendo ghiaccio alle famiglie colpite dal blackout. In alcune zone, potrebbero volerci ancora dieci giorni prima che la corrente elettrica sia ristabilita.

Bloomberg ha fatto sapere che la tempesta ha causato almeno 23 incendi gravi, incluso quello di Breezy Point, che ha distrutto tra ottanta e cento abitazioni. I 76 rifugi restano aperti e i parchi della città sono ancora chiusi. Lo sciacallaggio sta divenendo un problema in alcune parti della città. Secondo il Department of Health, i newyorkesi devono evitare ogni contatto con l’acqua di Hudson River, East River, New York Harbor, Jamaica Bay e Kill Van Kull. Intanto, la polizia ha annunciato che a Long Beach Island (New Jersey) chi viene visto per strada sarà arrestato. La gente aveva avuto l’ordine di abbandonare la zona, ma alcune famiglie hanno preferito barricarsi in casa e non lasciare le proprie abitazioni in vista della tempesta. Infine, è iniziata oggi la distribuzione di un milione di pasti e un milione di galloni d’acqua, richiesti dal governatore Andrew Cuomo alla Fema (Federal Emergency Management Agency) per assistere i residenti, che nei rifugi stavano finendo le scorte.

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