Kabul (Afghanistan), 30 set. (LaPresse/AP) – Il bilancio dei soldati americani morti in Afghanistan dall’inizio del conflitto ha raggiunto le duemila vittime con la morte del militare Usa rimasto ucciso oggi in un sospetto attacco interno nell’est del Paese. La nazionalità del militare non è stata confermata dalla Nato, ma da una fonte dell’esercito americano. Il calcolo dei duemila militari Usa morti è basato su un conteggio tenuto da Associated Press a partire dall’invasione del 7 ottobre 2001.
I MILITARI MORTI. Secondo l’organizzazione indipendente iCasualties.org, almeno 1.190 altri soldati della coalizione sono morti nella guerra in Afghanistan. La Brookings Institution, con base a Washington, ha svolto inoltre delle analisi sulle cause dei decessi, concludendo che il 40,2% delle morti è stata provocata dall’esplosione di ordigni improvvisati; la maggior parte di queste è stata registrata dopo che nel 2009 Barack Obama ha ordinato l’invio altri 33mila soldati contro l’intensificarsi dei combattimenti da parte dei talebani. L’istituto individua poi le sparatorie come seconda causa di morte dei militari americani del contingente Nato, con il 30,6% dei casi.
LE VITTIME CIVILI. Più difficile è invece tracciare un bilancio delle vittime civili. Secondo le Nazioni unite sono 13.431 i civili uccisi nel conflitto afghano tra il 2007, quando l’Onu ha avviato le rilevazioni, e la fine di agosto di quest’anno. La maggior parte dei bilanci delle vittime afghane dall’inizio della guerra nel 2001 vengono invece fissati a oltre 20mila morti.
EXIT STRATEGY DEGLI USA DALL’AFGHANISTAN. I cosiddetti ‘attacchi interni’, in inglese ‘insider attacks’, sono considerati una delle minacce più gravi alla exit strategy degli Stati Uniti dall’Afghanistan. La maggior parte dei militari dovrebbe tornare in patria entro la fine del 2014 consegnando alle forze afghane la gestione della sicurezza. Finora quest’anno sono 52 i soldati stranieri uccisi da soldati e poliziotti afghani, o da militanti che indossavano uniformi afghane.
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