Damasco (Siria), 23 set. (LaPresse/AP) – I partecipanti all’incontro dei partiti di opposizione interni alla Siria, che si sono riuniti oggi a Damasco, si sono detti d’accordo su una serie di questioni, principalmente sul “rovesciamento del regime con tutti i suoi simboli”, e hanno sottolineato la necessità di una “lotta pacifica per raggiungere gli obiettivi della rivoluzione”. È quanto si legge in una nota distribuita ai giornalisti.
L’incontro è stato organizzato dal Coordinamento nazionale per il cambiamento democratico in Siria, anche se i gruppi di opposizione interni al Paese sono spesso contestati da coloro che guidano la battaglia contro Assad dall’estero che li considerano troppo buoni con il regime. “E’ nostro diritto – ha dichiarato ad Associated Press Hassan Abdul-Azim, capo del Coordinamento – incontrarci qui nella capitale per esprimere le nostre posizioni senza essere soggetti a imposizioni e pressioni, o senza essere forzati a fare concessioni”.
Il gruppo che si è riunito oggi a Damasco, vista la sua spinta per un’iniziativa pacifica centrata su un cessate il fuoco, è stato criticato da molti ribelli poiché si oppone a una militarizzazione della rivolta e a ogni ipotesi di intervento armato straniero. Nella nota, il gruppo chiede infatti un immediato cessate il fuoco accompagnato da un totale ritiro dell’esercito siriano dalle città e dal rilascio di tutti i detenuti politici e le persone rapite. Questi passi, si legge ancora nel comunicato, saranno seguiti da negoziazioni tra opposizione e rappresentanti del governo su una transizione pacifica del potere. Uno scenario che ripercorre quello proposto dall’ex inviato speciale di Onu e Lega araba Kofi Annan.
Le autorità di Damasco, ha spiegato Rajaa al-Nasser, un altro membro del gruppo organizzatore, hanno permesso a tutte le figure politiche siriane di prendere parte alla conferenza di oggi nella capitale “senza restrizioni”. Tuttavia, il Coordinamento ha riferito che due dei suoi leader sono scomparsi dopo essere rientrati da un viaggio in Cina, all’aeroporto internazionale di Damasco, assieme a un amico che era andato a prenderli. Il gruppo ha accusato il regime per la scomparsa. Ma il ministero dell’Interno, citato dall’agenzia di stampa statale Sana, ha accusato “gruppi terroristici” di aver rapito i tre.
La conferenza è una “attuazione diretta del processo di riforme lanciato dal governo siriano”, compresa quella per una maggiore “libertà di informazione”. Così l’ambasciatore russo in Siria, Azmat Allah Kolmahmedov, ha commentato l’appuntamento, cui hanno preso parte anche diplomatici di Russia e Iran. “La convocazione della conferenza – ha aggiunto l’ambasciatore – è una chiara prova della disponibilità del governo siriano ad avviare un dialogo costruttivo e serio con tutte le parti dell’opposizione che respingono la violenza e l’intervento straniero, e che sono pronte a un dialogo a tutto campo per avere una Siria libera e democratica”.
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