Minsk (Bielorussia), 23 set. (LaPresse/AP) – Si sono aperte le urne per le elezioni parlamentari in Bielorussia. Non partecipano però i principali partiti di opposizione, che hanno boicottato il voto in protesta contro la detenzione di prigionieri politici e le probabili frodi elettorali. Le urne chiuderanno alle 20 ora locale, le 19 in Italia.
PER COSA SI VOTA. Le elezioni dovranno decidere la composizione dei 110 seggi del Parlamento, ridotto ormai a un stampino del presidente Alexander Lukashenko. La sua rielezione alla guida del Paese nel 2010 ha innescato una serie di grandi proteste soppresse brutalmente dalle autorità. Ogni nuova manifestazione dopo il voto parlamentare avrà probabilmente la stessa sorte. Lukashenko guida dal 1994 la repubblica ex sovietica, dove vivono 10 milioni di persone. Gli osservatori occidentali hanno criticato le ultime elezioni per la loro scarsa democraticità. Usa e Unione europea hanno imposto sanzioni economiche e di viaggio sul governo, proprio in seguito al suo pugno duro contro l’opposizione e i media indipendenti.
LA SCELTA DEGLI OPPOSITORI. Inizialmente, l’opposizione sperava di poter sfruttare queste elezioni per raccogliere consensi. Ma 33 dei 35 candidati del Partito civile unito, una delle principali formazioni che si oppongono a Lukashenko, non hanno avuto accesso alla televisione, e la stampa di Stato si è rifiutata di pubblicare i loro programmi elettorali. “Chiediamo agli elettori di ignorare e boicottare questa farsa elettorale”, ha commentato il leader della formazione, Anatoly Lebedko. L’altro partito che boicotta il voto è il Fronte popolare bielorusso. Circa 40 candidati del partito comunista e dei gruppi di sinistra critici su Lukashenko sono ancora in corsa, ma non dovrebbero riuscire ad accedere al Parlamento, occupato totalmente da fedeli del presidente da quando gli ultimi tre membri dell’opposizione hanno perso i propri seggi nel 2004.
OSSERVATORI OSCE SUL CAMPO. Per il voto di oggi, l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) ha dispiegato 330 osservatori, ma a due rappresentanti dell’Assemblea parlamentare dell’Organizzazione è stato impedito l’ingresso in Bielorussia senza spiegazioni valide.
IL VOTO ANTICIPATO. Intanto, circa il 28% degli aventi diritto si è già recato alle urne nel corso della settimana, prendendo parte così al voto anticipato promosso dalle autorità. Le urne sono da giorni collocate ai seggi elettorali, senza nessun tipo di controllo. “Hanno compilato le liste di coloro che hanno preso parte al voto anticipato e possono punire chi ha disobbedito”, commenta lo studente Roman Gubarevich, che ha votato mercoledì. Fin dal 2010 Lukashenko ha intensificato la repressione contro l’opposizione, che ha convocato proteste di massa contro le frodi elettorali. La polizia ha risposto con forza, arrestando circa 700 persone, alcune delle quali sono ancora in carcere, come il candidato alle presidenziali Nikolai Stankevich.
GIORNALISTI ARRESTATI. La repressione non si è però fermata. Martedì alcuni agenti di sicurezza in borghese hanno aggredito un fotografo di Associated Press arrestandolo brevemente assieme ad altri sette giornalisti, i quali stavano coprendo una protesta di quattro attivisti che facevano appello al boicottaggio elettorale. Gli attivisti sono ancora in carcere. Amos Roberts, giornalista dell’emittente australiana Sbs Tv, è stato invece arrestato venerdì all’aeroporto di Minsk. La polizia gli ha confiscato la videocamera, il computer e tutto il materiale che aveva raccolto in una settimana di lavoro prima del voto. Il reporter ha lasciato ieri il Paese, senza che però gli venissero restituiti gli strumenti di lavoro. Viste le continue repressioni sui dissidenti, gli osservatori non si aspettano particolari proteste dopo il voto il di oggi. “L’opposizione – spiega l’analista politico Alexander Klaskovsky – è stata travolta dalla repressione che ha fatto seguito al voto presidenziale e non ha l’energia per condurre una lotta inutile con un risultato prevedibile”.
EX CANDIDATO: UNA FARSA. Molto critico sulle elezioni di oggi è anche Vitaly Rymashevsky, che ha sfidato il capo di Stato bielorusso alle ultime elezioni presidenziali del 2010. “Lukashenko – ha commentato l’ex candidato – ha reso la situazione completamente assurda, senza nemmeno preoccuparsi di imporre una facciata democratica. Lui sa già i nomi dei nuovi membri del Parlamento”.
LUKASHENKO: OPPOSIZIONE NON E’ NESSUNO. Il presidente, che parla con disprezzo dei suoi critici, ha commentato il ritiro dalla corsa elettorale dell’opposizione definendolo un sintomo della debolezza degli avversari politici. “Hanno mostrato che non sono nessuno”, aveva detto venerdì Lukashenko. Mentre oggi, accompagnato a votare dal figlio di 7 anni, ha affermato che lo “spettacolo” dell’opposizione “inizia sempre dopo le elezioni”, “tutti i tipi di sciocchezze politiche capitano sempre dopo che i risultati vengono annunciati”. Nonostante siano state molte le voci di dissenso contro il governo autocratico, sono anche tanti gli elettori che lo sostengono. Come Pyotr Rushailo, militare 73enne in pensione. “Sono sicuro – ha dichiarato – che il popolo sosterrà il governo e che supereremo le nostre difficoltà attuali. L’opposizione non fa altro che disturbare il lavoro normale del presidente e del Parlamento. Sono molto felice che non prenda parte alle elezioni”.
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