Karachi (Pakistan), 16 set. (LaPresse/AP) – Centinaia di pakistani che manifestavano contro il film anti-Islam hanno sfondato oggi un blocco a protezione del consolato Usa nella città meridionale di Karachi, scatenando violenti scontri con la polizia. Il bilancio è di un morto tra i manifestanti e 18 feriti. La polizia ha sparato gas lacrimogeni e ha rivolto cannoni ad acqua contro la folla, dopo che questa aveva sfondato la barriera e raggiunto la parete esterna del consolato degli Stati Uniti, ha riferito l’ufficiale di polizia Mohammad Ranjha. La polizia e le guardie di sicurezza private all’esterno della struttura hanno anche sparato colpi in aria per disperdere i manifestanti. A riferire della vittima è stato il portavoce del gruppo sciita che ha organizzato la protesta, Ali Ahmar, e la sua dichiarazione è stata confermata dal funzionario del servizio principale di ambulanza della città, Khurram Ahmad, che ha comunicato il bilancio dei feriti. Secondo Rian Harris, portavoce dell’ambasciata Usa di Islamabad, tutti i funzionari americani che lavorano nel consolato di Karachi si trovavano al sicuro.

Almeno 8.000 persone hanno inoltre partecipato a una manifestazione di protesta nella città orientale di Lahore, organizzata da Jamaat-ud-Dawa, braccio politico di un potente gruppo militante islamico. I manifestanti hanno uralto slogan contro gli Stati Uniti e bruciato una bandiera americana. “La nostra guerra continuerà fino a quando l’America è distrutta!”, gridavano alcuni manifestanti. “Cane, cane, l’America è un cane!”, facevano eco altri. Il capo di Jamaat-ud-Dawa, Hafiz Mohammad Saeed, che ha 10 milioni di dollari di taglia statunitense sulla testa, si è rivolto alla folla e ha chiesto al governo pakistano di chiudere l’ambasciata degli Stati Uniti e tutti i consolati del Paese fino a quando i produttori del film ‘L’innocenza dei musulmani’ su Maometto non saranno puniti.

Circa 4.000 persone hanno partecipato a un’altra grande protesta nei pressi della città a nord ovest di Dera Ismail Khan, manifestatazione organizzata dal partito Jamiat-Ulema-Islam. “Questo film – ha detto il numero uno del movimento, Maulana Fazlur Rehman – mostra quanto questi americani e questi occidentali siano estremisti”. Cortei minori si sono svolti in altre parti del Pakistan, tra cui la città a nord ovest di Peshawar.

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