Tunisi (Tunisia), 15 set. (LaPresse/AP) – A un giorno dalle dure proteste nei pressi dell’ambasciata statunitense a Tunisi, esplose in seguito alla diffusione del film ‘Innocence of Muslims’, si aggrava il bilancio delle vittime degli scontri. Secondo quanto riferisce Brahim Labassi, portavoce del ministero della Salute tunisino, i morti sono in tutto quattro e i feriti 49.
LE VIOLENZE. La rabbia dei manifestanti nella capitale si è abbattuta principalmente contro l’ambasciata Usa. Di per sé la struttura non ha subito gravi danni, ma una palestra e un parcheggio all’interno del complesso sono stati saccheggiati e dati alle fiamme, così come è successo per una vicina scuola americana. Alcune decine di automobili che si trovavano nel parcheggio sono state bruciate. Un giornalista sul posto ha visto ladri aprire le portiere delle vetture e portare via tutto ciò che riuscivano, prima di appiccare il fuoco. Questa mattina saliva ancora fumo dall’area. Di fronte alla scuola sono rimaste le carcasse di due scuolabus per il trasporto degli alunni. All’interno l’edificio risulta bruciato, con le pareti annerite e i vetri in frantumi sul pavimento.
LA RABBIA DEL MONDO ISLAMICO. L’attacco di Tunisi è stato uno dei tanti che ieri ha infiammato il mondo islamico, infuriato contro la diffusione del film e i simboli statunitensi. Le proteste si sono diffuse dall’Egitto al Sudan, dall’Iran alla Malesia, fino all’Australia e al Regno Unito. Ma il grado di violenza in Tunisia ha sorpreso molti e ha sollevato nuovi dubbi e questioni sulla direzione in cui sta andando il Paese nordafricano, dopo la rivolta che all’inizio dello scorso anno portò alla caduta di Ben Ali e innescò la Primavera araba.
LA CONDANNA DELLE VIOLENZE. In seguito ai disordini, il ministro dell’Interno, Ali Larayedh, ha ammesso un fallimento delle forze di sicurezza nel proteggere la sede diplomatica statunitense. “Riconosco che non siamo riusciti a proteggere l’ambasciata e che dobbiamo offrire le nostre scuse agli americani”, ha dichiarato il ministro, aggiungendo che sul caso sarà aperta un’indagine. Questa mattina, anche il partito moderato al governo Ennahda ha condannato l’attacco. In un comunicato emesso dai giovani del partito, si legge che vanno condannati sia il film che le violenze, e che “i nemici della rivoluzione” stanno manipolando la rabbia per dividere il Paese e impedire alla Tunisia di costruire una robusta democrazia. “Chiediamo a tutti i tunisini – si legge nella nota – di mantenere la vigilanza e l’unità, per impedire i tentativi di seminare divisioni e arrestare la rivoluzione”.
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