Tokyo (Giappone), 14 set. (LaPresse/AP) – Sei motovedette cinesi sono entrate nelle acque territoriali giapponesi oggi, nei pressi delle isole contese fra Tokyo e Pechino. Si tratta della prima intrusione da parte delle imbarcazioni cinesi nelle acque del Giappone da quando Tokyo ha acquistato le isole dai loro proprietari privati. L’arcipelago, chiamato Senkaku dai giapponesi e Diaoyu dai cinesi, è circondato da acque molto pescose e sorge nei pressi di importanti rotte commerciali.

Dopo che la guardia costiera giapponese ha inviato messaggi di avvertimento alle imbarcazioni cinesi, due o tre si sono allontanate ma le altre sono rimaste entro la distanza di 12 miglia marine dalle isole. Una delle motovedette cinesi ha risposto agli avvertimenti giapponesi intimando alle navi di Tokyo già presenti sul posto di andare via immediatamente. “Le Diaoyu sono territorio cinese. Questa imbarcazione sta eseguendo manovre legali. Vi invitiamo a lasciare queste acque immediatamente”, diceva il messaggio dei cinesi giunto via radio.

La tv di Stato cinese sta mandando in onda a ripetizione alcune immagini che riprendono un ufficiale a bordo delle motovedette che parla alla radio ai giapponesi dicendo loro: “le azioni delle vostre navi violano la sovranità e i diritti della Cina. Ogni atto unilaterale da parte vostra a proposito delle Diaoyu e dei suoi isolotti è illegale e non valido. Vi preghiamo di interrompere le azioni illecite, altrimenti ne subirete le conseguenze”.

Il capo di Gabinetto giapponese, Osamu Fujimura, ha dichiarato che la violazione territoriale di sei imbarcazioni cinesi è “senza precedenti”, aggiungendo che il Giappone ha protestato animatamente contro l’intrusione. “È estremamente spiacevole”, ha detto Fujimura in conferenza stampa. “Protestiamo fortemente contro l’intrusione da parte delle navi cinesi e stiamo assumendo tutte le misure necessarie per essere pronti a ogni sviluppo”, ha aggiunto. Il ministero degli Esteri cinese ha confermato la presenza delle sei imbarcazioni nelle acque intorno all’arcipelago, reclamato anche da Taiwan, aggiungendo che le barche hanno iniziato delle attività di “pattugliamento e polizia, mirate a dimostrare la giurisdizione della Cina sulle isole Diaoyu e sui suoi isolotti e ad assicurare gli interessi marittimi del Paese”.

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