Amman (Giordania), 9 set. (LaPresse/AP) – L’intenzione dichiarata della Francia a supportare l’Esercito libero siriano dimostra il suo “sostegno alla militarizzazione” del conflitto. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Damasco, Jihad Makdessi. Come più volte affermato in passato, il portavoce ha ribadito che la Siria è “pienamente impegnata” a cooperare con il nuovo inviato di Onu e Lega araba, Lakhdar Brahimi.
Makdessi ha accusato Parigi di soffrire di “schizofrenia” nel suo approccio al conflitto. “Da una parte – ha spiegato ad Associated Press – sostiene la missione di Brahimi, dall’altra rilascia dichiarazioni che dimostrano il suo sostegno alla militarizzazione della crisi”.
Coloro che “ostacolano, finanziano e armano i ribelli”, ha aggiunto il portavoce, dovrebbero piuttosto dare il proprio contributo affinché la missione di Brahimi abbia successo. Gli ufficiali francesi hanno riconosciuto di rifornire i ribelli con strumentazioni per la comunicazione e altri equipaggiamenti non letali, ma hanno assicurato che non daranno loro armi senza un accordo internazionale.
L’unica via per garantire il successo della missione di Brahimi, ha quindi affermato Mekdissi, “è la cooperazione tra tutte le parti per consentire (all’inviato, ndr) di arrivare alla calma e quindi a un processo politico”. Il portavoce ha poi ribadito che l’unico modo per uscire dalla crisi è un cessate il fuoco reciproco. L’esercito di Damasco, ha concluso, si ritirerà dalle strade “una volta che ci sarà un processo politico”.
Intanto però nel Paese non si fermano le violenze. Secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, il bilancio delle vittime di oggi sarebbe di almeno 28 morti e decine di feriti. Quattro persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite a causa di un raid aereo sul nel quartiere di Hananu, ad Aleppo, dove un edificio residenziale è stato abbattuto. Secondo l’Esercito libero siriano l’attacco è avvenuto in risposta alla conquista di alcune caserme dell’esercito da parte dei ribelli nell’area.
Altre quattro persone, riferisce invece l’agenzia di stampa Sana, hanno perso la vita e altre 35 sono rimaste ferite nell’esplosione avvenuta questa mattina su un bus che stava viaggiando verso Damasco, nel tratto di strada che collega Mussyaf a Homs. Tra le vittime ci sarebbe anche una donna. Lo scoppio ha creato un grande cratere sul terreno.
Scontri sono in corso inoltre in diverse zone della Siria. Come riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, forze governative e ribelli si stanno confrontando in un campo di rifugiati palestinesi in periferia di Damasco, ad Aleppo, a Homs e nella città orientale Deir el-Zour, dove due persone hanno perso la vita. Twitter @ilyleccardi
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