Islamabad (Pakistan), 7 set. (LaPresse/AP) – La bambina cristiana accusata di blasfemia in Pakistan sarà liberata su cauzione. Lo ha deciso il giudice che si occupa del caso, Mohammed Azam Khan, che ha fissato la cauzione a un milione di rupie pakistane (pari a oltre ottomila euro). Non è chiaro tuttavia come la famiglia della ragazzina, povera, possa riuscire a pagarla. La bambina è accusata di aver insultato l’islam bruciando alcune pagine del Corano e la vicenda ha scatenato l’indignazione internazionale anche perché, secondo alcune fonti locali, sarebbe affetta da sindrome di Down.
Il legale della ragazzina, Tahir Naveed Chaudhry, ha fatto sapere che sarà liberata domani. Attualmente è detenuta in una prigione a Rawalpindi, città vicina alla capitale Islamabad. Associated Press non fornisce l’identità dei minori di 18 anni e per questo non rende noto il nome della bambina, che secondo molti avrebbe 14 anni. Una delle questioni chiave è ora accertare che la ragazzina e la famiglia saranno in condizioni di sicurezza quando uscirà dal carcere. Le persone accusate di blasfemia sono spesso state vittima aggressioni.
La piccola era stata fermata lo scorso 16 agosto, dopo che un gruppo di vicini l’aveva accerchiata accusandola di aver bruciato frammenti del libro sacro dell’islam. Il legale della ragazzina nega le accuse. Successivamente un imam ha presentato una denuncia nei suoi confronti e, con una decisione inaspettata, il 2 settembre il religioso è stato arrestato con l’accusa di aver manipolato le prove inserendo pagine del Corano in una borsa della spesa contenente carta bruciata e cenere che la ragazzina aveva con sé. Secondo l’accusa, l’imam avrebbe falsificato le prove per far cacciare i cristiani dal quartiere in cui vive e ora rischia l’ergastolo in virtù della stessa legge sulla blasfemia.
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