Il Cairo (Egitto), 6 set. (LaPresse/AP) – Gli Stati Uniti hanno fatto un uso del waterboarding più ampio di quanto ammesso in precedenza da Washington, torturando alcuni detenuti oppositori di Muammar Gheddafi prima di consegnarli alla Libia. È quanto afferma Human rights watch in un rapporto pubblicato oggi, che analizza nel dettaglio i trattamenti riservati ai prigionieri nelle prigioni della Cia durante il programma di detenzione e deportazione di sospetti terroristi nell’era Bush. Il rapporto dipinge inoltre un ritratto più completo dell’approfondita collaborazione fra gli Usa e la Libia dell’ex dittatore Muammar Gheddafi in seguito agli attacchi dell’11 settembre. Hrw afferma che Washington consegnò a Tripoli gli islamisti oppositori del raìs arrestati all’estero, ottenendo solo deboli “rassicurazioni diplomatiche” sul fatto che non sarebbero stati maltrattati.
Il documento, lungo 154 pagine, include anche le interviste a 14 dissidenti libici, che raccontano degli abusi sistematici subiti nei centri di detenzione americani in Afghanistan, per alcuni durati almeno due anni, e in quelli situati in Pakistan, Marocco, Thailandia, Sudan e in altri Paesi in cui sono stati portati prima di essere consegnati alla Libia. “Non solo gli Usa hanno consegnato a Gheddafi i suoi nemici, ma sembra che prima la Cia ne abbia torturati molti”, sostiene Laura Pitter, autrice del rapporto. “La portata degli abusi dell’amministrazione Bush sembra essere più ampia di quanto precedentemente ammesso”, è la conclusione a cui giunge lo studio. Il rapporto è stato pubblicato alcuni giorni dopo che il dipartimento di Giustizia Usa ha annunciato che non incriminerà il personale della Cia sui duri metodi di interrogatorio usati nel programma di detenzione e deportazione. Gli investigatori affermano infatti di non essere in grado di provare che gli agenti siano andati oltre le linee guida delineate dell’amministrazione Bush.
Gli attivisti per i diritti umani e alcuni funzionari della presidenza Obama sostengono però che anche le tecniche autorizzate costituiscano tortura, nonostante l’opposizione di Cia e amministrazione Bush. I casi di waterboarding citati nel rapporto superano i tre che la Cia ha ammesso di avere autorizzato. L’ex presidente George W. Bush, il suo vice Dick Cheney e la Cia affermano di aver fatto ricorso a tale tecnica solo contro tre sospetti di al-Qaeda (Khaled Sheikh Mohammed, Aby Zubayda e Abd al-Rahman al-Nashiri) in strutture segrete in Polonia e Thailandia. I tre ora si trovano a Guantanamo.
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