Kiev (Ucraina), 3 set. (LaPresse/AP) – Apparizione difficile del presidente ucraino Viktor Yanukovych in occasione dell’annuale Congresso mondiale della stampa a Kiev. Appena il capo di Stato ha iniziato il suo discorso, tenuto proprio in apertura dell’evento, una decina di giornalista ha infatti tenuto una contestazione silenziosa, alzandosi in piedi e mostrando cartelli con scritte contro la censura messa in atto dal governo. Tra gli slogan ‘Stop alla censura’ e ‘Gli oligarchi dei media sono al servizio delle autorità’.

Fin dall’elezione di Yanukovych, i partiti di opposizione hanno avuto scarso accesso alla televisione, visto che la maggior parte delle emittenti nazionali è controllata da magnati vicini al governo. I giornalisti lamentano inoltre di non aver accesso ai canali cruciali dell’informazione e che i sempre più frequenti attacchi contro i reporter rimangano impuniti. Il presidente sul momento non ha reagito o commentato la protesta, ma nel pomeriggio il suo ufficio ha emesso una nota in cui definisce la contestazione un “episodio sfortunato”. Il fatto che i giornalisti abbiano potuto tenere la protesta, ha sottolineato l’ufficio del presidente, è una dimostrazione dell’impegno di Yanukovych verso la democrazia.

Nel corso del suo intervento, questa mattina, il capo di Stato aveva provato a sostenere, almeno a parole, la libera informazione. “Il principale compito del governo in questo ambito – ha dichiarato il presidente nel corso del suo intervento – è creare le condizioni in cui la stampa possa svilupparsi in modo libero ed essere indipendente da ogni tipo di controllo”. Yanukovych è però poi incappato in un lapsus, chiedendo ai giornalisti “di mantenere un alto livello di standard etici e di sostenere il principio dell’essere obiettivi e politicamente di parte”. I critici hanno sottolineato quest’ultimo punto come esempio dello scarso impegno del capo di Stato verso un’effettiva libertà di stampa. All’apertura del Congresso, Jacob Mathew, presidente dell’Associazione mondiale della stampa e degli editori, aveva chiesto alle autorità di Kiev di “riconquistare le libertà che fondano la democrazia e la dignità umana”.

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