Kabul (Afghanistan), 26 ago. (LaPresse/AP) – La Nato ha chiuso oltre 200 basi in Afghanistan e ha ceduto il controllo di altre 282 stazioni militari alle forze locali. Lo ha annunciato la stessa organizzazione, spiegando che si tratta di un passo verso l’obiettivo di consegnare interamente la responsabilità della sicurezza al governo afghano entro il 2014. Secondo quanto riferito dal tenente colonnello David Olson, un portavoce della Nato, le 202 strutture chiuse erano di piccole dimensioni: alcune erano costuite da posti di blocco isolati, altre erano basi con un numero di soldati tra la dozzina e le 300 unità. La maggior parte delle chiusure hanno riguardato basi che si trovavano lungo le strade principali del Paese, distruibuite in quasi tutte le province. Altre 282 basi della stessa dimensione sono state consegnate al governo afghano. Le forze internazionali ora operano in Afghanistan su circa la metà delle basi su cui operavano nel mese di ottobre 2011, quando erano ne dirigevano circa 800.

A ritirarsi in gran parte sono soldati Usa, dal momento che la maggior parte delle chiusure riguardano basi statunitensi. “Man mano che i nostri partner delle forze di sicurezza afghane assumono maggiore responsabilità per la propria sicurezza, sempre più basi saranno chiuse ed affidate ai servizi locali”, ha riferito il brigadiere generale Steven Shapiro, che è a capo l’operazione di restituzione e consegna delle attrezzature.

Shapiro ha detto che finora il governo degli Stati Uniti ha dato a quello afghano circa 20mila pezzi di equipaggiamento per un valore di circa 3 milioni di dollari, che vanno dalle sedie ai generatori di grandi dimensioni. “La nostra impronta qui continuerà a restringersi”, ha sottolineato Shapiro in conferenza stampa. Gli Stati Uniti hanno iniziato a diminuire le forze sul territorio, dopo aver raggiunto lo scorso anno un picco di quasi 103mila soldati, e prevede di scendere a 68mila unità in Afghanistan entro ottobre.

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