San José (California, Usa), 25 ago. (LaPresse/AP) – Samsung dovrà risarcire Apple con 1,05 miliardi di dollari per aver rubato le tecnologie innovative utilizzate dalla compagnia che produce iPad e iPhone. È questo il verdetto del processo che ha visto di fronte i due giganti delle tecnologia mobile mondiale al tribunale di San José, in California.

La disputa, battezzata da molti come ‘guerra dei brevetti’, era nata nell’aprile 2011, quando gli avvocati della compagnia di Cupertino avevano presentato causa chiedendo un risarcimento di 2,5 miliardi di dollari dal competitor. In risposta la Samsung aveva avanzato a sua volta una causa chiedendo un risarcimento da 399 milioni di dollari. Ma il verdetto ha deciso esclusivamente a favore di Apple, respingendo tutte le richieste della compagnia sudcoreana. Al tempo stesso, però, i giurati si sono pronunciati contro alcune delle istanze dell’azienda fondata da Steve Jobs, evitando così di accettare l’intera richiesta di 2,5 miliardi di risarcimento.

La giuria ha stabilito che diversi prodotti della Samsung utilizzino senza consenso alcune funzioni inventate dalla Apple e tipiche dei suoi iPhone, come per esempio la possibilità di ingrandire un’immagine semplicemente toccando lo schermo. Gli avvocati dell’azienda di Cupertino avevano chiesto, oltre al risarcimento economico, anche che la compagnia sudcoreana ritirasse i suoi smartphone e tablet più celebri dal mercato statunitense. Sulla questione si pronuncerà nelle prossime settimane il giudice distretturale Lucy Koh, quando dovrà decidere anche sulla richiesta di Samsung di rovesciare il verdetto.

L’esito della causa potrebbe avere effetti a catena sul mercato degli smartphone. I produttori di dispositivi che utilizzano Android potrebbero infatti diventare più restii a usare il software per il timore di essere trascinati a loro volta in tribunale. Ma la causa aperta al tribunale californiano è solo una delle tante che nel mondo vedono contrapposti i due colossi. Altre simili sono state depositate in Corea del Sud, Germania, Italia, Olanda, Regno Unito, Francia e Australia.

Durante le argomentazioni conclusive, in fase di dibattimento, l’avvocato di Apple, Harold McElhinny, aveva sostenuto che la Samsung fosse stata vittima di una “crisi di progettazione” dopo il lancio dell’iPhone nel 2007 e che avesse cercato di approfittare illegalmente del successo del rivoluzionario dispositivo mobile. Dal canto loro, però, i difensori dell’azienda sudcoreana hanno risposto che è stato legale dare agli utenti ciò che desiderano: ossia, prima di tutto, smartphone con schermi più ampi. Samsung, sostengono gli avvocati, non ha violato alcun brevetto di Apple e, anzi, le presunte invenzioni della casa di Cupertino sarebbero in realtà state ideate da altre aziende in passato.

“Il verdetto di oggi – ha commentato l’azienda sudcoreana – non può essere visto come una vittoria di Apple, ma come una sconfitta per il consumatore americano. Porterà a un numero minore di possibilità di scelta, a minore innovazione e potenzialmente a prezzi più alti”. E’ un peccato, ha continuato l’azienda con sede a Seul, “che la legge sui brevetti possa essere manipolata per dare a una compagnia un monopolio su dei rettangoli con i bordi arrotondati”.

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